Il sindaco di San Giorgio a Cremano ringrazia la Dda per l’operato e mantiene le distanze nei confronti di Annamaria Fontana.
Giorgio Zinno, il giovane sindaco di San Giorgio a Cremano, interviene con una nota in merito ai fatti di ieri che hanno scosso la cittadina del vesuviano. “Voglio innanzitutto ringraziare – spiega il sindaco – la Dda di Napoli per la delicata indagine che ha condotto ed in particolar modo il nostro concittadino Catello Maresca“. Il pm che ha condotto, insieme con Luigi Giordano, le indagini che hanno portato all’arresto dei coniugi Annamaria Fontana e Mario ‘Jafaar’ Di Leva per traffico internazionale d’armi destinate all’Iran e alla Libia. “Ovviamente – continua Zinno – si tratta di una vicenda che nessuna particolare ricaduta ha sul nostro territorio sotto il profilo della sicurezza e sono fiducioso che su questa incredibile storia si farà presto luce grazie all’operato dalla magistratura”.
Il sindaco poi, tiene anche a chiarire i propri rapporti con la famiglia Di Leva ed in particolare con Annamaria Fontana, ex consigliera del comune di San Giorgio a Cremano: “Personalmente conosco molto poco la Fontana, so che era una ex amministratrice degli anni ’80/’90 e proprietaria di un ristorante nella nostra città, ma mai avrei immaginato che potesse essere implicata in una indagine del genere”.
La donna, difatti, risulta essere molto conosciuta in ambito politico locale e non. Il suo cursus honorum va dagli anni ’80 ai ’90 e prevede dapprima un ruolo come consigliera comunale eletta con il Partito Comunista e successivamente come assessore comunale nelle fila dei Socialdemocratici.
Annamaria Fontana a quei tempi era stimata in città soprattutto per le sue battaglie a favore della legalità. Seguì, infatti, in prima persona l’inchiesta sui rapporti tra clan camorristici, istituzioni e imprenditori nella vicina cittadina di Portici, sfidando intimidazioni e minacce. Tante, in quegli anni, le sue denunce nei confronti del vicequestore Gennaro D’amico che la Fontana accusava di essere ammanigliato con la criminalità organizzata grazie ad alcune registrazioni che era riuscita a raccogliere.
Venti anni dopo, le registrazioni raccolte riguardano la Fontana, il marito Jafaar e le milizie libiche alle quali procuravano armi per azioni terroristiche. Insomma, da paladina della legalità ad amica dei terroristi il passo sembrerebbe abbastanza breve.
Flora Visone