Lo certificano i dati pubblicati dall’Agenzia di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca relativi agli anni 2011-2014 “Frequenterò Giurisprudenza, naturalmente alla Federico II, la migliore scelta in termini di prestigio del titolo di studio e di preparazione personale”. È questa una delle motivazioni che spingono molti studenti campani a scegliere, per il proprio percorso universitario nelle materie giuridiche, la gloriosa Università fondata da Federico II di Svevia nel 1224.
Una scelta quasi obbligata per chi abbia intenzione di intraprendere con serietà l’ultimo step formativo prima di entrare nel mondo delle professioni legali, perché pare che in Campania alternative qualitativamente paragonabili non ve ne siano. Un abisso tra la Giurisprudenza della Federico II e quella degli altri atenei campani: “Altrove – si legge sui webforum – ci sono solo copie”. E, tra questi, la più disastrosa sembra essere la Parthenope, relegata in ultima posizione nella recente classifica (che tiene conto, però, dell’ateneo nel suo complesso, non della specifica area disciplinare giuridica) stilata dal Sole24ore.
Eppure è da dieci anni – dal 2004 al 2014 – che l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca racconta tutt’altra storia. Periodicamente l’ANVUR – che sovraintende al sistema pubblico nazionale di valutazione della qualità delle Università e degli Enti di ricerca e cura la valutazione esterna della qualità delle attività delle Università e degli Enti di Ricerca destinatari di finanziamenti pubblici – stila un rapporto sulla valutazione della qualità della ricerca scientifica effettuata nel periodo di riferimento dai docenti delle Università statali e non statali. Sono, insomma, anche i professori, in un certo senso, sottoposti a “esami”.
In base a un algoritmo complesso, viene assegnato un punteggio ad ogni lavoro scientifico presentato dal docente, che concorre a formare il punteggio complessivo dell’università per quel singolo settore disciplinare. Già nel rapporto relativo agli anni 2004-2011 il Dipartimento di Giurisprudenza staccava di ben trentaquattro posizioni quello federiciano, fermo al 123esimo posto in graduatoria. In quello che riguarda il triennio 2011-2014, i giuristi di corso Umberto hanno fatto registrare un notevole miglioramento, ma restano ancora staccati di quattordici posizioni dai colleghi di Palazzo Pacanowski, al 43esimo posto. La musica non cambia se si guarda l’area scientifica delle scienze politiche e sociali. Anzi, i dati sono ancor più motivo di vanto: dal 2004 la Parthenope, che ingloba questo settore nell’ambito del corso di laurea di Scienze dell’Amministrazione e dell’Organizzazione afferente al Dipartimento di Giurisprudenza guidato dal professore Ugo Grassi, è tra le primissime posizioni, addirittura 12esima, stando all’ultimo rapporto: la migliore tra tutte le Università campane.
È, quindi, del tutto smentito il luogo comune che vede la Parthenope come un’università di serie b. Quello che si evince da questi dati di recente pubblicati (il rapporto 2011-2014 risale a settimana scorsa), infatti, non è solo il fatto che i docenti, giuristi e politologi-sociologi, della Parthenope producono lavori di spessore per la ricerca scientifica. La qualità della ricerca è sintomatica anche di un’altrettanta qualità didattica: qualità del sapere e qualità della trasmissione. Di tutto rispetto. Il che vuol dire che, oltre a vivere in una sede bellissima, quella di Palazzo Pacanowski a Monte di Dio, gli aspiranti giuristi parthenopei vengono formati da un personale docente che non ha nulla da invidiare a nessuno.