In occasione della visita a Roma da parte di Jean Weidmann, presidente della Bundesbank dal 2011 e vice presidente BCE, non sono mancate alcune accuse rivolte all’Italia.
Nello specifico, Jean Weidmann, ha voluto sottolineare «l’elevato debito pubblico italiano sintomo di varie violazioni delle regole del Patto di stabilità e crescita». Vittima di critiche è stato anche l’attuale presidente della BCE, Mario Draghi, per la sua politica espansiva che prevede il quantitative easing e i tassi di interesse al minimo storico.
Linea che va completamente controcorrente alle idee tedesche. Dichiarazioni che sono frutto di un pensiero mirato a ridurre la fitta rete di parametri presenti all’interno del Patto di Stabilità (in inglese “Fiscal compact”).
A tal proposito, la presa di posizione dell’Italia è stata netta. Infatti, in un primo momento, ha schivato il giudizio espresso dal Presidente Weidmann, lasciando trasparire che le volontà dell’Italia non siano quelle di rispettare in pieno le regole come chiede l’asse tedesco; norme che inizialmente hanno provocato l’effetto opposto all’obiettivo prefissato. Ma l’impegno italiano, espresso più volte dal Presidente Renzi, è quello di chiedere maggior flessibilità perché è evidente quanto i parametri adottati da Bruxelles per le decisioni sulla flessibilità da concedere ai singoli paesi e sulle eventuali correzioni da utilizzare siano penalizzanti per tutti. A dimostrazione di questa linea di pensiero, è stato cruciale l’incontro tra Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia, e il ministro dell’economia Olandese e presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. In questo meeting, il ministro dell’Economia italiano ha ribadito la posizione dell’Italia in merito al patto di stabilità; un chiaro esempio scaturito da una chiara idea: basta essere fanatici del rigore, e dare un maggior aiuto a tutti i paesi in difficoltà.
Tutto questo ha come sfondo sia lo scopo di conquistare una leadership a livello europeo per quanto riguarda il “No Austerity” e anche perché l’Italia pretende una maggiore condivisione di responsabilità sull’emergenza immigrazione.
Anche Mario Draghi ha voluto intervenire in merito alla vicenda, usando come mezzo l’emblema dei giornali tedeschi, la Bild, ha espresso con fermezza che gli interessi della BC non dipendono dagli Stati o dai politici, ma dal rispetto delle regole in vigore. Una manifestazione d’indipendenza rispetto agli interessi di un singolo paese.
La situazione greca
Diversa situazione è quella che vede coinvolta la Grecia e l’Europa dopo l’ennesimo tentativo di dialogo non andato a buon fine. A scaturire la reprensione greca è stato il secco “no” dell’Eurogruppo alla richiesta di convocare una seduta straordinaria per aiutare a sbloccare i prestiti accordati al Paese. Grecia che nello stesso tempo chiede un sostegno concreto da parte dell’Europa. Infatti, gli istituti di credito ellenici stanno spingendo sulle riforme economiche per far in modo che Atene possa sbloccare il terzo pacchetto di salvataggio che prevede, attraverso tagli alle pensioni e aumenti fiscali, un incasso di circa 86 miliardi.
Vincenzo Molinari