Dopo l’invito lanciato dagli esponenti di CGIL e FLAI-CGIL, alle aziende non implicate nel fenomeno del Caporalato di aderire alla “Rete del lavoro agricolo di qualità“, continua la lotta, in Campania e, nello specifico, nella Piana del Sele, volta a combattere lo sfruttamento dei lavoratori e l’abuso del lavoro in nero.
‘’Non abbiamo intenzione di criminalizzare una intera categoria di imprenditori che producono varietà di eccellenza esportata in tutto il mondo. È per questo che invitiamo le aziende che non ricorrono all’attività criminosa dei caporali ad aderire alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”, istituito dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali”.
Neanche il tempo di lasciar pronunciare queste parole a Giovanna Basile, segretaria FLAI-CGIL, che il personale della Polizia di Stato, appartenente al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Battipaglia, è dovuto entrare in scena per sedare il fenomeno dello sfruttamento di lavoratori e lavoratrici, molto attivo nella Piana del Sele.
Insieme alla Polizia di Stato anche i militari dell’Arma dei Carabinieri ed il personale del Servizio Ispezione della Direzione Provinciale del Lavoro di Salerno hanno contribuito alle indagini che hanno portato all’identificazione di 22 persone tra le quali 5 gravate da precedenti penali e 13 stranieri (12 comunitari ed 1 extracomunitario).
Sono stati controllati, inoltre, 4 veicoli (furgoni). 14 persone sono state sottoposte a rilievi foto dattiloscopici ed una persona è stata segnalata all’Autorità Giudiziaria. In particolare, un uomo di 59 anni, residente a Roccadaspide, è stato denunciato perché ritenuto responsabile del reato d’intermediazione e sfruttamento del lavoro.
Le indagini per far fronte a questa problematica continueranno ad essere portate avanti per riuscire a sradicare del tutto il seme venefico del Caporalato che sta danneggiando finanche le aziende che lavorano nel rispetto delle regole lavorative e dei propri dipendenti, senza operare alcun tipo di prevaricazione dei più forti sui più deboli.
Vincenzo Marotta