Volpini di Pomerania dal pelo vaporoso, bulldog francesi e carlini dall’espressione carina e coccolosa, fatevi da parte! Arrivano le ragazze di Progetto Quasi armate di black humor e di cani dall’aspetto ‘quasi improponibile’ e non hanno alcuna paura di usarli.
Così come si legge nel disclaimer della loro pagina Facebook, Progetto Quasi è un’associazione di volontariato che si occupa di “animali disabili, anziani, quasi morti, appena tiepidi e sull’orlo del trapasso”.
Fondato nel 2009 da Fabiana Rosa, alla quale si sono poi aggregate altre nove coraggiose, Progetto Quasi rappresenta la nuova frontiera del volontariato, una sorta di Fabbrica del sorriso canina, dove più sono ‘brutti’ e meglio è.
La fondatrice di questa associazione, così allegramente poco convenzionale e per niente votata al politically correct, è riuscita post dopo post a conquistare il popolo di Facebook grazie all’irriverenza e alla fantasia magistralmente impiegate per presentare a tutti i suoi ‘mostri’: cani dall’aspetto a dir poco singolare che, normalmente, sarebbero accompagnati da didascalie strappalacrime che farebbero leva esclusivamente sulla pietà del pubblico. Ma Fabiana è decisamente di altro avviso in merito alla strategia vincente da adottare -perdonate il gioco di parole – per farli adottare da chi non vuole fare del proprio animale domestico un semplice strumento acchiappa-like. Non per niente è riuscita a guadagnarsi il soprannome di ‘principessa dei mostri’ nell’ambiente del volontariato animale.
Chiunque non sia in grado di comprendere il loro umorismo nero e gli sfottò che dedicano giornalmente ai loro amici a quattro zampe (a volte anche solo tre), viene premiato con la classica pigna, la versione virtuale di quella consegnata da Luca Abete di Striscia la Notizia, ma con una funzione ben più… penetrante, ecco.
Ho chiesto a Fabiana se hanno mai ricevuto insulti pesanti da parte dei cosiddetti analfabeti funzionali di Facebook e mi ha spiegato che, fortunatamente, si tratta soltanto di “pazzi da tastiera”, innocui trolls che gli utenti stessi della pagina di Progetto Quasi contribuiscono a cacciare virtualmente a pedate.
Fabiana e le altre volontarie sono la dimostrazione lampante di quanto sia possibile ‘curare’ ogni cosa con un pizzico di allegria e di comicità in più, lo zucchero che permette di ingoiare anche le pillole più amare, come cantava Mary Poppins.
Sono già più di 400 i cani salvati grazie a Progetto Quasi. Non tutti erano “sull’orlo del trapasso”, molti sono ancora ‘brutti’ e vegeti, grazie alle cure di chi ha avuto il cuore di adottarli. Come dice spesso Fabiana “nessuno deve morire solo”, ed è per questo che, nonostante il suo lavoro di terapista per bambini con problemi neurologici, la fondatrice di Progetto Quasi riesce ugualmente a trovare il tempo per scegliere i casi più insoliti e, con la sua naturale propensione all’ironia, a stemperarli e a sdrammatizzarli, ‘impacchettando’ il tutto con un bel fiocco di allegria da servire sul piatto di Facebook.
C’è BNANA il cane liquefatto, “eccellente esemplare da esporre al MOMA come pezzo rappresentativo dell’Assurdismo”. L’animale è stato sparato in pieno viso ed ha subito diversi interventi da parte del veterinario di Progetto Quasi, non avrà un olfatto sopraffino, ma sta bene ed è riuscito a trovare una casa. C’è anche Kömòdjno, che non ha bisogno di presentazione alcuna, assemblato malissimo ma che è riuscito a trovare una famiglia che possa accudirlo.
L’inaffondabile Granchio, il cane sempre tutt’orecchi con una marea di problemi motori e tic vari, mascotte indiscussa del Progetto Quasi e ispirazione del cd ‘portagranchio’, una cuccia pendente brevettata in esclusiva per permettere alle volontarie di “continuare a campare mentre lui digerisce in serenità”. E ancora, Frejus, l’altro cane appartenente al club dei liquefatti, ma, fortunatamente, non anche al club dei senza-casa, grazie al Progetto Quasi. Ultima ma non ultima nell’outlet di Progetto Quasi, Durbans, la Miss Sorriso dell’anno, con il suo “naso a 45 gradi, perfetta per gli amanti dei cani con personalità e stile non omologato, baluardo del movimento bodypositive, insomma: una vera cagnolina femminista, musa (e muso) delle nuove arti dove il bello assume nuove forme, anche quelle un po’ squagliate”.
Questi sono soltanto una parte infinitesimale degli esempi di comicità e amore che il Progetto Quasi può offrire. Storie cominciate nel peggiore dei modi che riescono a trovare un fine non soltanto lieto ma anche spassoso, in barba a chiunque creda che non si possa fare dell’umorismo su ogni cosa, incluse le più spaventose, come la disabilità o la morte stessa.
Sara Cerreto