Ieri a Roma, come accade puntualmente dal 1924, si è svolta presso il Palazzo della Cancelleria la 90° edizione della Giornata mondiale del risparmio, kermesse organizzata dall’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa. Relatori per questa edizione sono stati Ignazio Visco governatore della Banca d’Italia, Carlo Padoan ministro dell’Economia e delle Finanze, Giuseppe Guzzetti presidente dell’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio e Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, che hanno discusso e approfondito il ruolo del risparmio nell’Unione Bancaria Europea, tema principale nonché sottotitolo dell’incontro, gli interventi sono stati accompagnati dai dati raccolti da IPSOS sul risparmio, sulle aspettative e sulla percezione dell’attuale situazione economica italiana.
Primo fra i relatori è stato il ministro Padoan, che ha illustrato gli effetti della recessione sulla propensione al risparmio degli italiani, che storicamente è sempre stata superiore alla media europea ma nel periodo 2007-2013 è diminuita di quattro punti percentuali, la loro natura risparmiatrice e le difficoltà di accesso al credito hanno reso le famiglie italiane tra le meno indebitate d’Europa. Questo aspetto, considerato un limite da alcuni economisti e politici, è per il ministro dell’Economia la base della credibilità del Tesoro, rimasta invariata come evidenziato dalla stabilità dei tassi d’interesse riconosciuti sui Btp, i cui rendimenti si collocano a livelli minimi nel confronto storico. Il Ministro durante il suo intervento ha elogiato l’operato del Governo, affermando come la risoluzione di nodi strutturali del nostro sistema economico conduca necessariamente alla crescita dimensionale delle imprese e ad un maggiore afflusso di capitali esteri. Questi due fattori, insieme al programma di finanziamenti in fase di approvazione dalla Commissione Europea, anticipato in Italia dal decreto Sblocca Italia, dovrebbero favorire la ripartenza della crescita in Italia e conseguentemente aumentare il risparmio delle famiglie italiane per riportarlo ai livelli precedenti la crisi. Molto di quanto prospettato dal ministro Padoan è comunque legato alla credibilità ed alla solidità patrimoniale degli istituti bancari e delle casse di risparmio, attributi messi in discussione dalla scarsa capacità di queste di riuscire ad attirare investitori esteri e dalle difficoltà del Governo nel riuscire a sostenerle nel periodo di crisi con adeguati aiuti. Infatti se il sostegno pubblico al sistema bancario in Germania è stato di 250 miliardi, in Spagna di 60 ed in Grecia di 40, in Italia il sistema bancario ha potuto beneficiare di soli 4 miliardi di euro di aiuti.
A seguire l’intervento del governatore Visco che ha discusso sulle manovre di politica monetaria messe in atto dal Consiglio Direttivo della Bce nel tentativo di riaprire il canale del credito e contrastare l’attuale dinamica inflazionistica, manovre il cui esito fino ad ora si è concretizzato nella diminuzione dei rendimenti su tutti gli orizzonti temporali e nel deprezzamento del cambio, variazioni che dovrebbero riflettersi positivamente sullo svolgimento dell’attività economica nell’area Euro affermando che la ripresa dovrà essere sostenuta da una più favorevole dinamica del credito, che stenta a materializzarsi. Nel corso dell’anno è infatti proseguita, seppur in lieve attenuazione, la contrazione dei prestiti bancari alle imprese, la crescita di quelli alle famiglie è rimasta contenuta nell’area, lievemente negativa in Italia. Si sono ridotte, ma restano relativamente ampie, le differenze nel costo dei finanziamenti tra paesi, legate principalmente alla diversa incidenza del rischio di credito. Ha poi parlato della solidità patrimoniale degli istituti creditizi italiani, soffermandosi principalmente sugli stress test e su come questi siano stati condotti. Per l’Italia si è ipotizzata una flessione del PIL di oltre il 3 per cento nel triennio 2014-2016, che porterebbe la caduta cumulata rispetto al 2007 a circa il 12 per cento, e un ritorno dei tassi a lungo termine sui titoli di Stato su livelli prossimi al 6 per cento. Le potenziali carenze di capitale ammontavano, in base alla situazione di fine 2013, a 9,7 miliardi. Tenendo conto degli aumenti di capitale realizzati tra il gennaio e il settembre del 2014, esse scendono a 3,3 miliardi e interessano quattro intermediari. Questi stessi aumenti di capitale consentono a tutte le banche italiane di superare la soglia dell’8 per cento stabilita per l’analisi della qualità degli attivi. Se si tiene conto delle altre misure di rafforzamento patrimoniale già decise nel 2014, la carenza di capitale connessa con il realizzarsi dello scenario avverso dello stress test si riduce ulteriormente, a 2,9 miliardi (lo 0,2 per cento del PIL), e interessa due banche, il Monte dei Paschi di Siena e Carige, con carenze pari all’1,1 e al 2,2 per cento dei rispettivi attivi di bilancio a fine 2013.