NOLA – Si è tenuto ieri il consiglio comunale per discutere del caso GORI, la società che fornisce acqua a numerosi comuni vesuviani, e trovare così una soluzione alle cosiddette “bollette pazze”, che hanno causato la rivolta dei consumatori. Durante l’assemblea straordinaria, voluta dai consiglieri d’opposizione e minoranza, il principale tema all’ordine del giorno è stato “l’ennesima beffa da parte dei signori dell’acqua a danno dei cittadini, contro i rincari a cui si aggiungono i recuperi progressivi relativi agli anni dal 2006 al 2011.” Infatti, la rabbia dei cittadini è stata provocata proprio dall’arrivo di bollette con la dicitura “recupero partite pregresse ante 2012”, dovute ad una delibera dell’autoritá per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico, che invitava gli Ato a rimodulare le tariffe e da una successiva delibera dell’ Ato 3 Campania (Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano). A tal proposito, il Movimento 5 stelle ha diffuso un documento riguardante la riunione tra la GORI e i sindaci dell’ Ato 3, avvenuta nel 2012, quando l’azienda di fornitura idrica propose gli aumenti delle tariffe.
Durante il vertice furono molti i sindaci assenti, pochi gli astenuti, solo Pompei e Palma Campania si dichiararono contrari, mentre i restanti votarono per l’approvazione. Intanto le “bollette pazze” , sono state recapitate a tutti gli utenti, anche ai nuovi aderenti e a coloro che avevano interrotto il servizio con la GORI, con richieste minime di 80/90 euro e massime di oltre 500 euro. Quanto richiesto finora però rappresenta solo il 50% della somma da recuperare ed è stato stabilito che il restante 50% verrá suddiviso negli anni 2015, 2016 e 2017. Il problema rincari, quindi, appare controverso e di lunga durata, così il consigliere comunale d’opposizione, Domenico Vitale, ha aperto la seduta di ieri mattina spiegando la necessità di uscire dalla GORI.
“Oggi trattiamo delle bollette e degli arretrati decisi nell’assemblea del 27 ottobre 2012, dove l’amministrazione comunale di Nola non era presente, avendo delegato il sindaco di Camposano, Giuseppe Berbati. – ha esordito l’assessore – Parliamo di quegli stessi arretrati che vengono contestati dagli stessi amministratori che li votarono il 27 ottobre, facendo ricorso inusuale al Presidente della Repubblica. La GORI si ritrova ora con uno squilibrio di 122 milioni, pertanto invito l’amministrazione a mettere in atto tutte le misure necessarie ad uscirne e a farsi promotrice dell’annullamento della Delibera Ato 3 Campania.” Durante la riunione sono stati molteplici gli interventi dell’opposizione a favore dell’uscita dalla GORI: la Tripaldi ha mostrato,come anche un autorevole studioso, quale il prof. Clarich, abbia chiarito che ci sono tutti i presupposti per distaccarsi dalla GORI; il consigliere Carmela Scala, sostenuta dal consigliere Francesco Pizzella, ha sottolineato l’importanza di una battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua, ricordando che negli atti del Comune di Nola non vi è traccia della delibera di trasferimento alla GORI, ma solo conferenza di servizi.
“Occorre pensare alle fasce deboli e porre fine agli addebiti illegittimi che vessano le famiglie perché un’abitazione privata del servizio idrico va sgombrata. – ha dichiarato il consigliere di Forza Italia, Arturo Cutolo – Comuni come Angri, Nocera Inferiore, Scafati e Poggiomarino si sono attivati per i distacchi con delibere comunali, bisogna seguire il loro esempio”.
La maggioranza però ha assestato i colpi e difeso la propria posizione in merito, sottolineando come senza una legge nazionale sia inutile parlare di ripubblicizzazione. Inoltre,il sindaco Geremia Biancardi ha chiarito: ” Se ci dovesse essere un atto legislativo che permetta ai comuni di uscire dalla GORI richiederò la convocazione di un consiglio comunale anche di domenica. Basta strumentalizzare, l’acqua è un bene pubblico, ma la gestione ha un costo. La competenza della tariffazione non è degli Ato e gli arretrati di cui parliamo sono stati applicati perché richiesti dall’Autorità dell’Energia. Per il momento – conclude Biancardi – abbiamo ottenuto la sospensione di trenta giorni e abbiamo proposto che il debito venga spalmato in dieci o dodici anni invece dei quattro previsti. “
Infine, la proposta dell’opposizione, presentata dal consigliere Parisi, per liquidare l’attuale gestore del servizio idrico e aderire al comitato per l’acqua pubblica e all’ordinanza contro i distacchi alle forniture del servizio, è stata bocciata per la differenza di cinque voti in più a sfavore.
Francesca Nappo