La città siriana di Kobane è da 40 giorni nelle mani del gruppo terroristico IS e cuore della battaglia tra curdi e terroristi. Oggi, un mini contingente curdo-iracheno fatto di 150 unità, per lo più combattenti civili hanno raggiunto la città di Kobane. Hanno lasciato la città di Suruc dove stanziavano da 3 giorni. A bordo di 10 jeep, agitando in aria i fucili al grido di “Kobane- Kobane” hanno lasciato la Turchia. Acclamati dal popolo e scortati dalle forze armati si sono diretti verso la Siria. Gli stessi curdi però chiedono più aiuti da parte della comunità internazionale, le richieste sono soprattutto di armi avanzate per fermare l’avanzata dell’Isis che, al contrario, possiede armi molto sofisticate. “Noi peshmerga curdi” dicono “stiamo sacrificando la nostra vita per la salvezza degli altri Paesi nella guerra al terrorismo.”
A combattere nelle file dello Stato Islamico in Siria e Iraq ci sarebbero, secondo uno studio dell’Onu, 15mila stranieri provenienti da 80 paesi del mondo e chiamati nel rapporto “foreign fighter” e, secondo un funzionari dell’Intelligence Americana , il numero dei combattenti sta continuando a salire. Dal 2010, infatti, ci sarebbero più “foreign fighter” di quanti non ne siano partiti, per combattere, nel ventennio 1990-2010. Secondo i dati in mano alla Casa Bianca sarebbero oltre 16mila i combattenti stranieri in Siria, frutto delle sofisticate campagne di reclutamneto. Parecchi anche gli Europei. Ieri, tre cittadini iracheni, già in carcere per misura preventiva da marzo, sono stati arrestati in Svizzera con l’accusa di stare pianificando un attacco terroristico in Europa.
In medio oriente lo spietato Stato Islamico non si arrende e punta con ogni mezzo alla conquista di nuovi territori. Fonti locali raccontano che l’ISIS sta pianificando di allagare Baghdad facendo esondare il fiume Tigri, idea non andata in porto poiché sventata in tempo dal generale Abdel Amir Al-Shamri. E, sempre di poco fa la notizia del ritrovamento di una fossa comune a Heet, 130 km ovest da Baghdad dove sarebbero stati sepolti centinaia di uomini della tribù di Albonemer. Gli uomini sequestrati e uccisi si sarebbero opposti alla conquista, da parte dell’Isis, del loro territorio.
Kobane sembrerebbe ora, una città fondamentale per i combattenti curdi. Il presidente turco Erdogan, giorni fa, si diceva consenziente nel permettere il passaggio dei curdi-iracheni nel territorio per farli unire ai curdi-siriani, anche se, quest’ultimi, per il presidente turco, sarebbero da considerare ugualmente terroristi. Ieri, a Parigi, Erdogan ha lanciato una domanda senza però riceverne risposta , dicendo : “Ci sono pochi civili oramai a Kobane. La città, rappresenta solo una minima parte del dramma che esiste nella regione. Perchè Kobane?”.
Giuseppe Ianniello