Il caso dell’Ilva di Taranto sta tenendo banco oramai da troppo tempo, ed il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sembra essersi deciso per una soluzione pubblica: già da oggi sembrerebbe pronto a varare un decreto per avviare l’amministrazione straordinaria per il gruppo siderurgico.
Sostanzialmente si tratta di dichiararne il fallimento, applicando quindi in seguito la Legge Marzano (dal nome dell’ex Ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, del Governo Berlusconi II, ndr), riservata ai grandi gruppi con più di 500 addetti ed oltre 300 milioni di debiti. Il default verrebbe guidato, raggiungendo quindi un commissariamento di fatto dell’Ilva, con l’amministratore che avrà quindi, ai sensi della Legge, 180 giorni di tempo per avviare il piano di ristrutturazione, più una possibile proroga di 90 giorni.
“Rimettere in sesto quell’azienda per due o tre anni, difendere l’occupazione, tutelare l’ambiente e poi rilanciarla sul mercato” queste le parole di Matteo Renzi, che già in serata dovrebbe avviare tutto il processo per arrivare al decreto.
Euforica la minoranza del Partito Democratico, con Stefano Fassina ed Alfredo D’Attorre che hanno promosso a pieni voti l’azione di Renzi. “Non dobbiamo avere tabù rispetto a un’attività così rilevante” ha dichiarato Fassina, per il quale “Se gli investitori non danno garanzie, piuttosto che soluzioni precarie e di rinvio, una soluzione che coinvolga il pubblico sembra positiva“. Il bersaniano D’Attorre parla addirittura di soluzione “… Coraggiosa. A differenza di altri aspetti della politica economica del governo, che non mi hanno convinto, la soluzione di statalizzare l’Ilva la ritengo ottima”.
Favorevole alla scelta del Premier anche il Segretario Generale della UIL Carmelo Barbagallo: “I nostri dubbi sul potenziale acquirente privato sono sempre stati molto forti, perché le condizioni produttive e di mercato in cui esso opera sono tali da non garantire un futuro per l’Ilva. Condividiamo l’impostazione del Presidente del Consiglio: erano mesi che si chiedeva una soluzione pubblica“.
Pier Gaetano Fulco