L’operazione di acquisizione di Alitalia, da parte del gruppo Ferrovie dello Stato sembra sempre più vicina e ormai nei pressi di una risoluzione definitiva. Nei giorni scorsi i commissari straordinari, che dirigono la compagnia aerea dal 2017, con il compito di guidarla in questo momento travagliato di ristrutturazione aziendale, hanno espresso il loro parere positivo sui termini dell’offerta vincolate di FS.
Parole incoraggianti sono arrivate dall’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, che si dice convinto della fattibilità del progetto, una possibilità di sviluppo per il Paese e per il gruppo FS. L’obiettivo è quello di creare una forte sinergia fra il trasporto aereo e quello su rotaia, integrando le tratte ad alta velocità con i principali aeroporti italiani, tra cui Roma Fiumicino e Milano Malpensa.
Il primo progetto dovrebbe riguardare proprio lo scalo di Fiumicino, che già dai prossimi mesi potrebbe essere raggiunto dalla linea ad alta velocità Venezia-Roma. Nello specifico, almeno due treni al giorno verranno dirottati verso l’aeroporto romano, ovviamente mantenendo un’andatura adeguata alle caratteristiche del collegamento, intercettando gli orari di punta dell’aeroporto di Fiumicino.
Un esperimento del genere era già stato tentato presso lo scalo di Milano Malpensa, senza ottenere però un grande successo, ma questa volta tutti gli attori in gioco si mostrano positivi sul buon esito dell’operazione. Inoltre, se verrà confermata la volontà di chiudere al traffico aereo lo scalo di Linate, Malpensa riceverà un flusso ulteriore di circa 1 milione e mezzo di passeggeri l’anno, situazione che beneficerà indubbiamente dalla presenza di collegamenti via treno con le città limitrofe.
Per il momento le località interessate dovrebbero essere Venezia, Firenze, Pisa, La Spezia e Genova, che nel 2019 saranno raggiungibili in treno sia dall’aeroporto di Roma Fiumicino che dallo scalo di Milano Malpensa. FS vuole trasformare la mobilità in Italia, attraverso un processo di leadership nel nostro Paese, che passerà per la commistione tra Alitalia e Ferrovie dello Stato, con il supporto di alcune aziende strategiche.
Ma quale sarà il futuro di Alitalia? Se da un lato l’accordo, tra la compagnia di bandiera e FS, potrebbe dare il via a una mobilità integrata treno-aereo, segno di un Paese moderno che investe nelle sue infrastrutture, dall’altro si aprirà una grande incognita sul futuro di Alitalia nel settore dell’aviazione civile. Il 15 dicembre 2018 scade infatti il prestito ponte dello Stato, circa 900 milioni di euro, ma secondo il commissario straordinario uscente Luigi Gubitosi, passato recentemente al comando di TIM, non sussistono pericoli immediati per la compagnia aerea.
Ha conferma di ciò ci sono i risultati operativi di Alitalia, in forte crescita negli ultimi 12 mesi, dopo la crisi del 2017 che stava portando l’azienda alla bancarotta. In particolare è salita la quota della compagnia nelle tratte a lungo raggio, con un aumento deciso del numero di passeggeri, grazie anche all’incremento del turismo in Italia nel 2018. Tuttavia la situazione rimane molto critica, soprattutto sui collegamenti a medio e corto raggio, dove la concorrenza delle low cost è agguerrita.
Ed è proprio una compagnia low cost che potrebbe entrare nel rilancio di Alitalia, ovvero Easyjet. Infatti FS non dispone da sola delle risorse necessarie per far ripartire Alitalia, ma avrà bisogno di una serie di partner commerciali, per arrivare a coprire i quasi 2 miliardi di euro che si stimano servano per rendere nuovamente competitiva sul mercato la compagnia. Intanto da Easyjet fanno sapere di essere interessati all’affare, ma soltanto per quanto riguarda il corto raggio.
Il futuro di Alitalia rimane ancora incerto quindi, anche se l’accordo con FS sembra essere ormai in dirittura di arrivo. La speranza, per il Paese e migliaia di lavoratori, è che l’operazione rappresenti un vero punto di svolta nella gestione di Alitalia, un modo per rilanciare sia la compagnia di bandiera che l’economia italiana, attraverso investimenti nelle infrastrutture del Paese e in particolare negli aeroporti italiani.
Basta cge si lasci a piedi L.C. di Montezemolo l’unico disastro italiano
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