I biologi marini dell’agenzia per la conservazione Oceana hanno rinvenuto a circa un chilometro di profondità nei fondali al largo del Libano specie marine tipiche delle regioni polari e del nord Atlantico, molte delle quali pericolose. L’allarme era già stato lanciato a giugno dall’International Union For Conservation of Nature (Iucn) e poi ripreso dall’Agence France-Presse

Tra le specie avvistate dai ricercatori grazie a un sottomarino a comando remoto spiccano uno squalo lanterna tipico delle acque dell’Atlantico settentrionale, una stella marina Leptasterias che solitamente vive nei mari polari e diversi esemplari di pesci scorpione e coniglio originari del Mar Rosso.

Gli scienziati ancora si stanno chiedendo come sia stato possibile un insediamento di questi animali nelle nostre acque e quando sia avvenuto. Con molta probabilità le basse temperature e la quasi totale mancanza di predatori avrebbe favorito la sopravvivenza di alcune razze animali, mentre altre sarebbero arrivate nel Mediterraneo trasportate dalla zavorra delle navi.

La scoperta ha destato, oltre che forte stupore, preoccupazione nel mondo scientifico in quanto alcune delle specie voraci ritrovate potrebbero compromettere gli equilibri dell’ecosistema. Il pesce scorpione è molto aggressivo e all’apice della catena alimentare. I predatori locali come squali e cerni faticano a riconoscerli come possibile cibo e li ignorano favorendone così la proliferazione.

La comparsa di tali specie animali potrebbe, pertanto, portare a una drastica diminuzione delle popolazioni di razze importanti dal punto di vista commerciale e, quindi, effetti negativi per le comunità costiere oltre che scoraggiare turisti e sub e avere, pertanto, gravi ripercussioni sulla pesca artigianale e sportiva e sul turismo balneare.

Vincenzo Nicoletti

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