Spesso e volentieri nel mondo della politica si sente utilizzare le parole ”populismo” e ”demagogia”. Cosa significano questi termini?

Il termine populismo indica un atteggiamento culturale e politico di esaltazione delle virtù del popolo e di attacco alla classe politica dominante. Il politico populista cerca di ottenere consensi facendo leva sul malcontento popolare attraverso discorsi su tematiche diffuse di facile presa sulla popolazione.

Il vocabolo in questione venne utilizzato per la prima volta tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento per identificare l’ideologia del movimento populista russo. Gli adepti del movimento erano studenti e intellettuali insoddisfatti della classe politica dirigente russa, principale causa dei problemi economici e sociali che la Russia stava vivendo in quegli anni.

Per risollevare il paese il populismo proponeva la fine dello zarismo e la successiva nascita di una società socialista basata sull’emancipazione dei ceti meno abbienti. Il movimento populista individuava nei contadini la forza rivoluzionaria capace, sotto la guida degli intellettuali, di guidare e risollevare la Russia dalla sua arretratezza economica.

Oggigiorno il termine ha assunto tutt’altra accezione. Il populismo, così come il leaderismo, sono fenomeni politici che caratterizzano l’epoca post moderna in cui i partiti di massa hanno ceduto il posto a “partiti brand”, che cercano di “farsi pubblicità” attraverso una semplificazione della realtà.

Il politico populista cerca consensi con messaggi comprensibili a tutti, interessi diffusi, indignazione nei confronti di ingiustizie che i loro avversari avrebbero compiuto a loro danno. Che gli interessi siano i propri o del popolo non ha nessuna rilevanza: l’importante è che ”i pesci” abbocchino al loro amo.

Di solito il populista non è al Governo. Risulta, infatti, più facile accalappiarsi il favore del popolo parlando di inadeguatezza degli avversari e di necessità di cambiare.  Chi fa uso del populismo ha necessariamente bisogno di una forte potenza mediatica per mantenere alti i consensi.  Il populista è, insomma, un oratore e un manipolatore di masse.

Il termine populismo è spesso accompagnato dal termine demagogia,  tecnica molto antica conosciuta sin dall’antica Grecia e considerata già allora una degenerazione della democrazia. False promesse, slogan vuoti e insensati, promesse e ideali utopistici e irrealizzabili sono questi gli elementi chiave del fenomeno.

Raggirare il popolo con discorsi ingannevoli, banalizzare una realtà ben più complessa di quella descritta, alimentare l’odio verso la classe politica dirigente e verso gli immigrati attraverso l’utilizzo di bufale e frasi aggressive sono esempi di come il populismo e la demagogia vengono attuate ai giorni nostri.

Nella società contemporanea in cui le notizie viaggiano a velocità supersonica e non ci sono più distanze grazie ai media il demagogo e il populista possono agire facilmente e indisturbati. Chi subisce il danno siamo noi popolo, svuotati del nostro ruolo di autodeterminazione ed emancipazione. Un popolo che vuole fatti, non illusioni.

Vincenzo Nicoletti

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