Tacciato di estremismo per le sue proposte sulla sanità, sulla tassazione delle multinazionali, sul salario minimo e anche sull’emergenza climatica, Bernie Sanders viene attaccato su vari fronti, persino dal presunto fuoco amico dei dem. All’appello accorato di Obama a cercare qualcuno di “meno divisivo” ha fatto seguito l’affermazione di Hillary Clinton contro il senatore del Vermont: “non piace a nessuno”. Questa la descrizione di Bernie Sanders fornita dalla dem sconfitta da Trump nel 2016. Eppure, negli Stati Uniti personaggi legati alla politica e al mondo dello spettacolo, come la deputata Alexandria Ocasio-Cortez e la popstar Ariana Grande, lo sostengono per le primarie democratiche che si terranno fra febbraio e giugno di quest’anno.
Le proposte “estremiste” di Bernie Sanders
Fra le proposte per la campagna elettorale del senatore Sanders troviamo la riforma del sistema di controllo sull’immigrazione e lo smantellamento dei programmi disumani di deportazione, al fine di creare una nazione accogliente nei confronti dei richiedenti asilo, riconoscendo persino i displaced by climate change, gli sfollati a causa del cambiamento climatico.
Sicuramente le misure più celebri riguardano la sanità pubblica con il Medicare for All, e la possibilità di frequentare il college gratuitamente accompagnata dalla cancellazione del debito studentesco. Oltre alla promozione della democrazia sul posto di lavoro e all’espansione della sicurezza sociale, il programma prevede un piano di riforme per far fronte al cambiamento climatico molto dibattuto negli ultimi tempi. Il Green New Deal, ripreso anche dalla Commissione Von Der Leyen per crearne una versione europea, mira alla trasformazione del sistema energetico e alla transizione verso un’economia verde, investendo su trasporti pubblici, infrastrutture moderne e banda larga ad alta velocità per i cittadini. L’intenzione sembra quella di rendere gli Stati Uniti i leader contro il cambiamento climatico, in netta controtendenza rispetto all’amministrazione Trump.
Idee che ripropongono ricette del passato in chiave moderna e capaci di attirare i giovani, sebbene provengano un candidato anziano. Sanders con i suoi 78 anni sembra essere particolarmente apprezzato dai Millenials e dalla Generazione Z per le sue proposte ambientaliste, volte al raggiungimento di una giustizia climatica e sociale.
Perché Bernie “non piace a nessuno”
Il Post riporta le parole taglienti di Hillary Clinton nei confronti di Bernie Sanders durante un’intervista al The Hollywood Reporter: “Era al Congresso da anni, e aveva solo un senatore che lo sosteneva. Non piace a nessuno, nessuno vuole lavorare con lui, non ha mai fatto nulla. È solo un politico di professione. È solo fuffa, e mi dispiace molto che le persone si lascino ingannare”. Clinton ha inoltre dichiarato di non aver ancora deciso se sostenere il senatore del Vermont nel caso dovesse vincere le primarie democratiche, rivolgendo critiche anche ai sostenitori di Sanders in rete accusati di attaccare troppo insistentemente i concorrenti. Persino Barack Obama, che in passato aveva commentato positivamente il Medicare for all definendolo “una buona idea”, ha annunciato che sarà costretto a chiedere pubblicamente al socialista democratico di ritirarsi, sciogliendo ogni dubbio su un possibile endorsement dell’ex presidente degli USA. Ritenendo Sanders troppo radicale, Obama sembrerebbe pronto a concorrere per le presidenziali.
Gli attacchi arrivano anche dal nostro Paese, con Matteo Renzi che su Twitter commenta lo screzio sul fronte radicale dem fra Bernie Sanders e Elizabeth Warren, entrambi candidati alle primarie. Quest’ultima si è rifiutata di stringere la mano a Sanders e ne è scaturito un piccolo litigio. A tal proposito, Renzi ha ribadito come l’estremismo non possa condurre la sinistra alla vittoria, al contrario del riformismo di Obama, di Clinton e di Blair, dimostratosi vincente. Un’affermazione non certo inaspettata da parte dell’ex del PD, ma sicuramente curiosa data la sconfitta dem contro Trump nel 2016.
In realtà, ciò che spaventa maggiormente l’establishment americano sono le dichiarazioni dell’anziano senatore contro le grandi multinazionali, come Amazon, Netflix e FedEx, che non pagano nessun tipo di imposta negli Stati Uniti, come la vicinanza alla classe lavoratrice che necessita di un salario decente e di una voce per portare avanti le proprie istanze.
A qualcuno piace Bernie
Eppure, Bernie Sanders piace eccome. A partire dal mondo politico statunitense, la giovane deputata Alexandria Ocasio-Cortez ha deciso di sostenere il senatore del Vermont proprio nel momento di maggiore difficoltà per la sua campagna verso le primarie democratiche, quando Sanders dopo un attacco di cuore è stato operato per un’occlusione arteriosa a ottobre 2019. Insieme ad AOC, come la chiamano i media negli Stati Uniti, anche la prima musulmana al Congresso, Ilhan Omar, e Rashida Tlaib hanno deciso di fare endorsement a Sanders. Dunque, una squadra di donne in politica e simbolo di diversità, capace di parlare ai più giovani e di avvicinarli al socialismo, è al fianco del senatore.
Dal mondo dello spettacolo arriva invece il sostegno della celebre popstar Ariana Grande, che ha postato un ringraziamento al senatore corredato da due foto dal backstage di un concerto in cui i due appaiono abbracciati. Sulla didascalia campeggiano le parole “MY GUY”, il “mio lui”. Infine, il regista Michael Moore ha dichiarato il proprio sostegno temendo un’ulteriore vittoria del tycoon Donald Trump.
Partendo dal presupposto che le proposte per una sanità pubblica, una riforma dell’immigrazione più giusta, uno stipendio decente per tutti e la lotta contro il cambiamento climatico non possano essere considerate estremiste e radicali, come evidenziato dallo stesso Sanders su Twitter, solo gli esiti delle primarie democratiche e delle presidenziali ci diranno se una sinistra degna di essere chiamata con questo nome possa rispondere alle necessità e ai bisogni di una popolazione negli Stati Uniti caduta vittima della cattiva redistribuzione delle ricchezze e della mancanza di accesso ai servizi essenziali.
Rebecca Graziosi