NAPOLI – In seguito al rifiuto del ricorso presentato dal Comune di Giugliano, rigettato dal Tribunale Amministrativo Regionale, contro la realizzazione del termovalorizzatore nel territorio comunale, una manifestazione di donne vestite a lutto si è tenuta nella giornata del 1° Marzo a Largo Berlinguer a Napoli, nei pressi di via Toledo.

Il Tar ha respinto, in particolare, l’azione legale sostenuta dal Comune per impedire la costruzione dell’inceneritore, senza prima la realizzazione di una bonifica.

Dodici donne, interamente vestite di nero e con il viso truccato di bianco, hanno simulato il lutto di bambolotti che avevano tra le mani, simboleggiando il futuro lutto che potrebbero piangere le donne e le madri che vivono nelle zone in cui è prevista la costruzione di termovalorizzatori.

Con loro, anche un comitato “No termovalorizzatori” che hanno sostenuto la protesta attraverso centinaia di volantini che distribuivano ai passanti. Gli inceneritori sono impianti, infatti, principalmente utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura (incenerimento) che dà come prodotti finali un effluente gassoso, ceneri e polveri, dannosi per la salute. Negli impianti più moderni, il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica. Questi impianti vengono indicati col nome di inceneritori o più comunemente termovalorizzatori.

Il termine termovalorizzatore, seppur di uso comune, è però criticato poiché fuorviante. Infatti, secondo le più moderne teorie sulla corretta gestione dei rifiuti, gli unici modi per “valorizzare” un rifiuto sono il riuso e poi il riciclo, mentre l’incenerimento (anche se con recupero energetico) costituisce semplice smaltimento. Inoltre, il termine non viene mai utilizzato nelle normative europea e italiana di riferimento, nelle quali si parla solo di “inceneritori”. Insomma, è solo un modo per indorare meglio la pillola. Già nelle settimane scorse, le stesse manifestanti hanno tenuto un sit-in a Giugliano per lo stoccaggio di circa 6 milioni di ecoballe, accumulati negli anni e ora da dover smaltire.

Gli abitanti delle zone in cui è prevista la realizzazione del termovalorizzatore riconoscono il problema ma considerano la tecnica della combustione dei rifiuti ormai superata. Ha dichiarato Pina Elmo, attivista del Presidio Permanente di Taverna del Re: «Altrove i termovalorizzatori li stanno dismettendo ed ora, invece, ne vorrebbero costruire un altro nel napoletano».

Agnese Cavallo

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