Stamattina il Presidente della Regione Campania De Luca ha illustrato il percorso che la Giunta seguirà, d’intesa col commissario Polimeni e col suo vice D’Amario, nella stesura del nuovo piano ospedaliero, per la cui presentazione il Presidente ha appena ottenuto una proroga dei termini dal Ministro della Salute.
La conferenza stampa di De Luca si era resa necessaria dopo che, negli scorsi due giorni, si era creata una certa confusione sulle modalità di riforma della sanità regionale, soprattutto per quanto riguarda l’abbattimento dell’elevato numero di primari nelle strutture della Campania. Aveva fatto molto rumore il provvedimento del neo commissario del Nuovo Policlinico di Napoli Viggiani, il quale, ottemperando alle disposizioni del decreto Balduzzi, lunedì aveva stabilito la decadenza dall’incarico di 24 primari (in gergo tecnico, “strutture complesse”) e di altre 40 “strutture semplici e dipartimentali”. In questo modo, sono stati rimossi dall’incarico soggetti che risultavano operanti in strutture sanitarie tra loro parallele o “doppioni” (per esempio, sono state eliminate due Neurochirurgie su tre), specialmente se con basso grado accademico e a capo di unità con fatturato peggiore; tuttavia, come riportato oggi da Repubblica, alcuni dirigenti non erano stati preventivamente informati, come nel caso del dirigente di Nefrologia, ipertensione nefrovascolare e dialisi peritoneale, sezione inserita nel dipartimento delle Chirurgie specialistiche. La struttura, nelle parole del primario, Domenico Russo, è “l’unica che si occupa delle biopsie renali”: il provvedimento del commissario Viggiani ha lasciato “sconcertato” lo specialista. Sulla scorta di questi esempi, un comprensibile allarmismo si è scatenato nella struttura universitaria napoletana, suscitando le reazioni di Franco Verde, coordinatore provinciale ANAAO, il quale, pur plaudendo al fatto che con Polimeni nuovo commissario straordinario “si cambia finalmente”, ha avvertito che sarà bene verificare, prima dei tagli, “l’impatto assistenziale dei singoli primariati”.
Sorte diversa è toccata ai primari della Seconda Università, che hanno per ora beneficiato di una posizione più attendista del commissario Di Mauro; il Cardarelli, invece, ha segnalato di essere già in regola con i numeri previsti dal decreto e dalle nuove direttive di Polimeni
Sulla base di quanto accaduto tra lunedì e martedì, quindi, De Luca ha ritenuto opportuno agire in due direzioni: innanzitutto, ha scritto al Ministro della Salute Lorenzin, paventando i danni per il servizio sanitario regionale che potrebbero provenire da una frettolosa risistemazione del settore, chiedendo di conseguenza la proroga per la presentazione del piano ospedaliero; in secondo luogo, ha organizzato una riunione con Polimeni e il suo vice, in cui il gruppo dirigente ha fatto il punto della situazione, mostrandosi peraltro in armonia. Sono state così smentite le voci sulla presunta inconciliabilità di vedute tra il Presidente e il commissario: secondo alcuni, i due sarebbero stati destinati allo scontro perché, se il primo naturalmente agisce e richiede misure da politico, avendo come referenti gli elettori che si aspettano miglioramenti concreti sotto il profilo dell’efficienza e della qualità del servizio, il secondo, al contrario, intende raggiungere obiettivi tecnico-finanziari, avendo come supervisori il Ministero della Salute e dell’Economia.
È curioso, in ogni caso, che sia stato De Luca a chiedere la proroga per la presentazione del piano al Ministro: questo perché, avendo il Governo nazionale nominato Polimeni commisario alla sanità, ci si aspetta che sia questo ad adottare le scelte determinanti in materia dirigenziale. Ciò che risulta inconsueto, a termini di legge, è che un commissario del governo abbia consentito al Presidente della Regione commissariata di fare da interlocutore col suo diretto superiore, in una materia tanto delicata.
Ne esce rafforzata l’autorevolezza di De Luca, che stamani ha così potuto annunciare di aver chiesto e ottenuto la proroga in questione, con la presentazione del piano ospedaliero che sarà posticipata per consentire manovre efficaci e ponderate. Durante l’incontro coi giornalisti, è stato assicurato che i punti fermi del piano coinvolgeranno in primo luogo la conservazione del maggior numero di strutture possibile: nessun ospedale verrà chiuso, anzi ci si batterà per mantenere centri di primo soccorso nel centro città, senza eccessive e potenzialmente dannose delocalizzazioni nel nuovo Ospedale del Mare. Strutture analoghe saranno aperte anche in altre zone della regione, come in provincia di Avellino, a Sant’Angelo dei Lombardi. Alla luce, poi, dei procedimenti aperti dalla magistratura contabile (è ancora pendente il ricorso contro il decreto della Procura presso la Corte dei Conti che ha sollecitato le aziende sanitarie e ospedaliere affinché sopprimessero le unità operative complesse, semplici e dipartimentali in esubero), De Luca ha ribadito che sarà istituito un nucleo ispettivo per controllare le spese della Regione in materia sanitaria, per rimediare ad anni di assenza di controlli.
Saranno infine apportati correttivi al “sottodimensionamento dei posti letto, al di sotto del numero consentito per legge. Noi – prosegue De Luca – vogliamo mantenere il rapporto di 3,7 posti ogni mille abitanti”.
Ludovico Maremonti