La storia dettagliata di Piazza dei Martiri è conosciuta da poche persone. Si tratta di un luogo che racconta le vicende storiche della città e che racchiude bellezza artistica e memoria del passato.
Piazza dei Martiri è situata nel cuore di Chiaia, una delle zone più eleganti di Napoli, circondata da negozi di alta moda e ristoranti gourmet. Per i cittadini napoletani, un po’ come tutte le piazze, rappresenta un punto di incontro, ma anche un luogo dedicato alla Storia di Napoli. Già dal nome possiamo facilmente capire che è dedicata ai martiri napoletani, a coloro che in diverse epoche si sono immolati per i principi di libertà e per la patria. Ricorda principalmente i martiri caduti nei moti rivoluzionari del 1799, 1820, 1848: fasi storiche in cui non pochi uomini si sono sacrificati, con coraggio ed amore, per tutelare il bene della città.
La piazza fu costruita pressappoco intorno al XVII secolo, periodo in cui si verificavano le prime espansioni verso ovest, dopo secoli in cui era stato impedito che la città si espandesse oltre le mura.
All’epoca era dominata dalla chiesa di Santa Maria a Cappella Nuova, demolita nel periodo di dominazione francese. Fu proprio la suddetta struttura a dare il primo nome alla piazza, che infatti era conosciuta come largo di Santa Maria a Cappella Nuova. La chiesa che sovrastava il largo fu abbattuta nel decennio francese poiché era pericolante; a partire da quel momento ebbe inizio la trasformazione del piazzale. L’aspetto odierno, caratterizzato da bellezza e decoro, si deve in a Ferdinando di Borbone: il sovrano napoletano ebbe l’idea di dedicare una strada di Napoli ai caduti dei moti del 1848; la sua scelta ricadde sul largo tra Chiaia ed il lungomare Caracciolo. I lavori di restaurazione furano affidati all’architetto Enrico Alvino: dunque, a lavori finiti, il largo di Santa Maria a Cappella Nuova sarebbe dovuto diventare Piazza dei Martiri.
Purtroppo dopo la scomparsa di Ferdinando II il progetto venne interrotto e nella piazza fu realizzata solamente una colonna di granito. Qualche anno dopo, il sindaco di Napoli, Andrea Colonna di Stigliano, ritenne giusto che i lavori fossero portati a termine. La grande colonna di granito, situata al centro della piazza, divenne il simbolo del coraggio dei caduti. Alla base del monumento ci sono quattro leoni, ognuno di essi rappresenta i martiri di un determinato periodo storico. Il leone morente, realizzato da Andrea Busciano, rappresenta i caduti della Repubblica Partenopea; il leone trafitto dalla spada, opera di Stanislao Lista, rappresenta i caduti dei moti del 1820; il leone sdraiato con lo statuto sotto la zampa, raffigura i caduti dei moti liberali del 1848; infine il leone in piedi simboleggia i caduti del 1860.
Intorno alla piazza si ergono maestosi palazzi nobiliari che le conferiscono un ulteriore tocco di eleganza: il Palazzo Calabritto, fatto costruire dal duca Calabritto e ristrutturato dal celeberrimo Luigi Vanvitelli, e Palazzo Partanna, fatto ristrutturare per la moglie di Ferdinando I, oggi sede di importanti istituzioni.
Mariavictoria Stella