Stadio Luigi Ferraris di Genova, il posticipo della domenica sera. E’ arrivato il giorno che i tifosi genovesi aspettano con trepidazione dal momento della compilazione dei calendari, come succede per tutte le altre stracittadine: è finalmente il momento di Genoa-Sampdoria.
Nella pancia del Ferraris, tra una canzone di Frank Sinatra e una di De André (vecchio cuore genoano) sale la sfida a suon di decibel e sciarpe tese allo spasimo tra le tifoserie, a cominciare dalla bellissima You’ll never walk alone d’ispirazione british dei grifoni contro la Lettera da Amsterdam dei blucerchiati, prima che le due gradinate espongano le loro coreografie e l’arbitro fischi il calcio d’inizio.
Lo spettacolo del derby della Lanterna è soprattutto quello sugli spalti. In campo è una partita non bella ma combattuta, sbloccata al ’30 della ripresa da un colpo di testa di De Maio del Genoa che devia nella propria porta una traiettoria strana calciata da Gabbiadini su punizione. Goal e partita. La Samp batte il Genoa 1-0.
Le luci dei riflettori, però, si spostano tutte sul vulcanico Massimo Ferrero, il neo-presidente della Doria, al suo primo derby. E’ lui l’uomo del momento. Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così. Ciuffo d’argento, sguardo stralunato, cravatta troppo stretta, foulard blucerchiato nel taschino della giacca. Al goal del vantaggio le telecamere lo immortalano mentre esulta, bacia e abbraccia chiunque gli capiti a tiro, come i ragazzi della curva. Al triplice fischio finale la gioia incontenibile lo catapulta in campo, spettinato e scomposto, ad abbracciare i suoi pupilli e a correre insieme a loro sotto la Gradinata Sud ebbra di gioia per la vittoria. Un personaggio sopra le righe. Subito prima dell’inizio della partita, ai microfoni di Sky, aveva invitato Ilaria D’Amico: “Ad Ostia Lido sul Mosquito”. Il giorno dopo, nello studio di Tiki Taka, programma Mediaset condotto da Pierluigi Pardo, dice a Francesca Barra: “Sono impegnato, non c’è trippa pe’ gatti”, punzecchiandosi poi con Francesca De André, nipote di Fabrizio, sulla questione del goal blucerchiato in fuorigioco.
Un fiume in piena, davanti ai microfoni. Uno show perpetuo, tra aneddoti, gaffe, battute, ricordi. “A Preziosi l’avevo detto di chiamarsi un’ambulanza, che all’85 gli avrei segnato e lui si sarebbe sentito male”, si aggiunge ad un’altra massima detta in precedenza sul presidente genoano, che lo vorrebbe innamorato di lui perché pensa a lui quotidianamente e ne parla in continuazione sui giornali. E dopo aver imitato la sua stessa imitazione fatta da Crozza, chiosa sulle parole di Gasperini riguardo al gol in palese posizione di fuorigioco , con la sua verve popolare: “Ma cosa fa, l’allenatore o il legislatore? Fa bene il mio Sinisa che non parla mai degli arbitri. Ci sono degli arbitri bravi che fanno il loro lavoro : che accettasse la sconfitta, perché ormai l’hanno perso il derby. E perderanno pure il prossimo!”.
Un personaggio anticonformista per il mondo del pallone, detto er viperetta. Eccentrico, nel modo di vestirsi e nel modo di esprimersi, mai banale. Sanguigno, popolare, passionale, come se ne vedono sempre meno nel mondo del calcio. Lontano anni luce dall’amatissimo presidente della Doria, Paolo Mantovani, ha comunque già fatto breccia nel cuore dei tifosi blucerchiati. Una figura che inevitabilmente riporta alla mente alcuni personaggi storici del mondo del pallone italiano, vulcanici e folcloristici: Rozzi, Anconetani, Gaucci, Massimino. Un presidente che richiama un calcio antico, che non c’è più, e che proprio per questo ispira simpatia, anche tra qualche genoano.
Ha acquisito la Sampdoria lo scorso 12 Giugno a titolo gratuito dai Garrone, accettando di farsi carico dei passivi della società, tra lo stupore di tutto il mondo calcistico che non sospettava nessun cambio alla guida della Samp. Romano di Testaccio, e (quindi) romanista, imprenditore cinematografico, proprietario di una sessantina di sale, tra cui il famoso cinema Adriano di Roma, e qualche comparsata anche in alcuni film. Accolto con scetticismo, ha dichiarato subito di voler cercare il pareggio di bilancio nel prossimo anno, aspettandosi un passivo di solo qualche milione, e di voler costruire lo stadio della Sampdoria perché il Ferraris ha un terreno ai limiti della praticabilità, e non può pagare un milione all’anno al comune di Genova per uno stadio con i seggiolini arrugginiti.
Progetti chiari, sguardo al futuro, carattere fumantino e tanta ironia. Nel mondo del calcio, un personaggio così mancava da tempo.
Fonte virgolettati : gazzetta.it
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Michele Mannarella