Sedicesima fumata nera per l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale. La situazione, che va a complicarsi giorno dopo giorno, non lascia presagire nulla di buono, almeno per il momento, in quanto i malumori esistenti tra le varie forze partitiche sono molti e difficilmente potranno scomparire portando ad un accordo unanime.
Nemmeno oggi nessun candidato per la Consulta ha raggiunto il quorum richiesto dei 3/5 dei votanti, ovvero 540 voti, costringendo dunque il presidente dell’Assemblea ad indire una nuova elezione che si terrà il 7 ottobre e che verrà presieduta da Luigi Di Maio.
Tra i toto-nomi troviamo in prima posizione per la Consulta quello di Violante con 511 preferenze. Caramazza invece ha intascato 450 preferenze. Male, invece, Alessandro Pace e Michele Manis, preferiti, rispettivamente, soltanto da 12 e 8 votanti. Strano invece il caso di Donato Bruno, il quale, nonostante sia stato costretto a ritirare la sua candidatura, ha comunque ricevuto 66 voti.
Le polemiche, tuttavia, sono sorte soprattutto attorno alla scelta di Forza Italia di candidare alla Consulta Ignazio Francesco Caramazza al posto dello stesso Bruno, ma a molti membri del partito questa decisione non è andata affatto giù e i malumori hanno portato dunque molti forzisti ad astenersi dalla votazione. A peggiorare le cose è stata anche la scelta del PD di confermare Violante come proprio candidato, portando dunque solo la fazione facente capo a Berlusconi a dover sostituire Donato Bruno. Commenti quasi al limite dell’ironia provengono invece dalla Lega Nord, dove un senatore leghista ha così definito la scelta di candidare Caramazza: «Siccome qui siamo alla farsa, invece che Caramazza votiamo Caraminchia.»
Dal fronte M5S lo scontento riguarda soprattutto la scelta di Violante, considerato ineleggibile in quanto «non ha requisiti per essere giudice della Consulta» e a tal proposito, Belle Grillo si è lasciato andare su Twitter ad esternazioni che vanno a coinvolgere direttamente il capo di Stato Giorgio Napolitano. «Che aspetta Napolitano a intervenire? Qualcuno lo svegli.»
Sulla stessa onda di Grillo anche il deputato pentastellato Danilo Tonelli e il senatore M5S Vito Crimi, hanno usufruito dei social network per esprimere il proprio pensero in merito alla candidatura di Violante come giudice alla Consulta.
«Il Parlamento elegge al Consiglio superiore della magistratura una persona che non ha i requisiti soggettivi minimi per quella funzione. Un caso scandaloso e senza precedenti» e ancora «Stiamo assistendo a un golpe dolce, zuccheroso, nel più assordante silenzio dei media, sempre più asserviti e pronti a confezionare il pacco per renderlo digeribile… Quando si sveglieranno i cittadini da questa anestesia?»
Maria Stella Rossi