Presentato il nuovo rapporto delle Nazioni Unite in Danimarca, a Copenaghen, luogo dell’ultima conferenza sul clima che ha visto la partecipazione di numerosi leader mondiali all’evento. Accordi che non sono serviti a molto, visto che nel rapporto odierno stilato dai ricercatori delle Nazioni Unite si può leggere, chiaro e tondo che “la concentrazione dei gas serra presente nell’aria è la più alta negli ultimi ottocentomila anni“. Rapporto impietoso, per chi sperava che gli accordi sul clima avrebbero potuto garantire il contenimento del cosiddetto effetto serra.
Il rapporto continua dicendo che gli scienziati sono d’accordo al 95% che l’aumento dei gas serra sia dovuta principalmente a due cause: il costante utilizzo dei combustibili fossili e la deforestazione allarmante, specialmente nei paesi del Sud del globo. Il rapporto continua sollecitando i paesi a intervenire, in quanto “rimane ancora poco tempo” per una concreta azione collettiva ed i danni “potrebbero essere irreversibili“. Secondo il rapporto però c’è ancora speranza, l’obiettivo è quello infatti di contenere l’innalzamento globale del clima entro i 2 gradi centigradi, per evitare effetti che potrebbero portare ad immense catastrofi naturali.
Immediato l’intervento del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che sottolinea che l’innalzamento del gas serra e i conseguenti scompensi climatici danneggiano sempre più gravemente i paesi meno sviluppati, che non hanno le risorse per fronteggiare i cambiamenti climatici. Sfortunatamente, infatti, i paesi meno sviluppati sono quelli più a diretto contatto con le conseguenze del cambiamento climatico e dell’aumento dei gas serra, in quanto l’innalzamento della temperatura rende le zone semi-desertiche a concreto rischio di desertificazione, prosciugando le risorse idriche e rendendo impossibile la coltivazione e l’allevamento. Un mancato controllo della deforestazione e l’esaurimento delle risorse boschive può portare inoltre un’impossibilità per il riscaldamento delle abitazioni, per popolazioni che molto raramente hanno accesso al “lusso” dell’acqua calda, dell’elettricità o del gas.
Sono sempre i paesi sottosviluppati quelli che più pressano per un cambiamento della situazione, anche se sembra improbabile un cambiamento radicale senza l’accordo dei due più grandi responsabili dell’inquinamento globale: Stati Uniti e Cina.
per approfondire, ecco il link per tutti i dati sulla questione climatica direttamente dalle Nazioni Unite: http://www.un.org/en/globalissues/climatechange/
Nicola Donelli