Se qualcuno pensava, in questi giorni, nel rilancio dell’azione del Movimento 5 Stelle, con il Direttorio costituito dai fedelissimi, si sbagliava. Dopo le ultime due espulsioni e, in vista di quelle sul tavolo già pronte, la fronda scissionista si fa più forte e comincia a strappare in alcune città importanti.
Tra queste, c’è Firenze, dove dopo la cacciata di Massimo Artini la delusione ha travolto il meet-up locale, ma non solo: due consiglieri comunali di Reggello e almeno una decina di attivisti sono andati via dal Movimento 5 Stelle. Un intero gruppo di “cittadini”, i quali hanno annunciato chiaramente di essere “in dissenso con la deriva antidemocratica presa dal movimento” per cui hanno annunciato “l’uscita dai Cinque Stelle”. Come riporta Repubblica, dopo Reggello si preparano “Scarperia, Borgo San Lorenzo, Rufina, Londa, Calenzano. Uno strappo che potrebbe arrivare anche fra i banchi di Palazzo Vecchio, dove l’ex candidata sindaco Miriam Amato e Arianna Xekalos (cioè due su tre) ci stanno pensando”. Sotto accusa le gestione separata di Grillo e Casaleggio, i quali, secondo chi sta andando via, non rappresentano più i principi fondanti “per i quali ci siamo attivati e denunciamo con forte determinazione il metodo autoritario che, in modo unilaterale, il vertice del movimento adotta per prendere le decisioni importanti come l’espulsione dei parlamentari e la formazione del cosiddetto direttorio”, spiegano i consiglieri di Reggello Saverio Galardi e Antonio Ortolani.
Anche il Sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, è deluso: “La formazione del direttorio, le espulsioni, la poca chiarezza e la comunicazione interna assente, violano i principi di democrazia diretta che dovrebbe rimettere le decisioni in mano ai cittadini attivi” e, fino a qualche giorno fa, chiedeva di “rivedere il voto su Artini e Pinna” perché altrimenti avrebbe vinto “la guerra tra bande”. Sul voto, una frase chiave: “Mi chiedo adesso alla conclusione di questa giornata se tutto questo fosse davvero così necessario”. Da domani, l’aria potrebbe essere ancora più pesante all’interno del Movimento, in vista ci sono altre venti espulsioni.
Luca Mullanu