Ormai siamo al caos più completo. Sento parlare di “rivoluzione”, di gente che prende il potere dal basso, ma sono sempre più convinto che senza punti di riferimento culturali collettivi non ci resta che aspettare di toccare sempre più il baratro. Veramente pensate che l’opinione pubblica sia la salvezza? Io non sento parlare di visioni che prendono in considerazione la realtà complessa che ci troviamo di fronte.L’altro ieri parlavano tutti dei costi della politica, e così, nel silenzio generale, e anzi, con un certo consenso, hanno reso Senato e Province ineleggibili. Hanno eliminato il finanziamento pubblico ai partiti, rendendo legali certi finaziamenti prima considerati illeciti, e permettendo solo a chi ha certi sponsor e risponde a certi interessi di potersi candidare e intervenire su e nella “cosa pubblica”. Ieri raccontavano la favola di togliere diritti a chi ce li aveva per darli a chi ancora non li ha. E così ci ritroviamo alla fine del contratto a tempo indeterminato con maggiori possibilità di licenziamento e con contratti precari che rimangono tali. Oggi si usano i cattivi esempi nel pubblico impiego per poter rivoluzionare la macchina amministrativa e agire con un consistente taglio al personale. Più che opinione pubblica oserei definirla opinione mediatica. L’italiano medio non è contro qualcosa con una logica, si basa sul rancore ed è contro i politici, i dipendenti pubblici, i sindacati, e gli extracomunitari. Se vogliamo andare per il sottile si potrebbe dire che è la stessa massa popolare concorde sull’abbattimento dello Stato, facendolo cadere in mano a lobbies incontrastate che ci faranno lavorare a contratti mensili (se va bene) con orari di lavoro da manodopera a basso costo modello Cina e con stipendi minori della Romania. L’italiano medio non sta con il popolo, pensa contro il suo stesso interesse, ed è pronto ad una guerra fra poveri. Ve lo dico pacatamente e a bassa voce, storicamente non è mai cambiato un cazzo “dal basso”, salvo i casi in cui vi è stata una spinta DENTRO le istituzioni. Ma se le stesse vengono smantellate, e se non esistono più partiti che fungano da centro di aggregazione culturale e rappresentativo sappiate che siamo semplicemente morti che camminano, servi confusi, numeri che producono e che sono essi stessi dei prodotti.

Buon 2015 a tutti.

Ottavio Herbstritt

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