A seguito della numerose proteste e manifestazioni da parte delle Associazioni ambientaliste contro l’autorizzazione all’abbattimento controllato fino al 5% dei lupi presenti sul nostro territorio la Conferenza Stato Regioni per l’approvazione del “Piano per la conservazione del lupo” è stata rinviata.
Il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ha fatto sapere in un tweet: “Ho chiesto, a nome delle Regioni, il rinvio del piano per la conservazione e gestione del lupo. Ringrazio Gian Luca Galletti per aver accettato. Ora correggere”.
”Spero che il rinvio – ha commentato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – serva a restituire la giusta serenità al dibattito e a far guardare tutti alla realtà dei fatti: non c’è nessuna riapertura della caccia al lupo, ma ventidue misure di grande valore scientifico che salvano la specie”.
Diverse Regioni si sono dette totalmente o parzialmente contrarie : Lazio e Puglia hanno da subito espresso il loro dissenso e successivamente anche l’Abruzzo, mentre Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Piemonte e Campania hanno chiesto un ripensamento e di apportare alcune modifiche al documento.
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha spiegato ai microfoni i motivi della sua decisione accolta poi da altre Regioni: ’’ Il lupo è essenziale in molti luoghi, soprattutto del Centro Sud, per mantenere un equilibrio dell’ecosistema nei confronti, ad esempio, di un’altra specie che provoca molti danni all’agricoltura, i cinghiali”.
’’Da parte del ministero dell’Ambiente , a quanto si è appreso , non ci sono state obiezioni. Il rinvio dell’abbattimento dei lupi era stato chiesto per “studiare possibili alternative” . Confermo la mia contrarietà a misure di abbattimento di questa specie protetta. Ringrazio Stefano Bonaccini per il rinvio.” ha annunciato con soddisfazione il presidente della Calabria Mario Oliverio.
Anche la presidente del Friuli Debora Serracchiani si è espressa a riguardo: “Non passano certo sotto silenzio le ragioni degli allevatori, ma bisogna anche tenere nel debito conto l’evoluzione della nostra sensibilità ambientale: per decenni noi e i nostri figli siamo cresciuti nel timore che un animale nobile come il lupo sparisse definitivamente dall’Italia”.
“Si può operare mettendo in sicurezza il patrimonio agricolo senza strumenti estremi. Non si tratta di numeri significativi, agire in altro modo è alla portata” ha osservato il vicepresidente della Conferenza delle Regioni e governatore della Liguria Giovanni Toti.
Le associazioni ambientaliste Lav, Lac, Lipu, Lndc, Enpa e Animalisti Italiani in una nota congiunta hanno esternato la loro piena soddisfazione e hanno lanciato il loro appello al Ministro Galletti: “Ora chiediamo al Ministro Galletti di ascoltare finalmente i tecnici e gli esperti delle Associazioni, al fine di eliminare le sue previsioni di uccisione di lupi. Solo con questa esplicita esclusione il Piano per la conservazione dei lupi, che prevede positivi principi di una politica di prevenzione, incontrerà il favore dell`opinione pubblica e potrà quindi essere approvato in tempi brevi”.
”Per il WWF questo rinvio rappresenta un’ autentica polizza assicurativa sulla vita del lupo, richiesta a gran voce dalla maggioranza dei cittadini italiani. Il Piano ritorna adesso in discussione in sede tecnica ma il confronto con tutte le parti interessate dovrà partire da un punto fermo: l’abbattimento legale del lupo non può essere un metodo ordinario di gestione dei conflitti tra la specie e le attività zootecniche.’’ ha dichiarato la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi.
Non pienamente soddisfatta, invece, la presidente di Legambiente Rossella Muroni che chiede misure maggiori per la salvaguardia dei lupi: “Non è stata stralciata l’unica azione ampiamente contestata: la deroga sugli abbattimenti. Per un’efficace tutela e conservazione di questa specie, è invece quanto mai urgente dare il via libera in tempi rapidi al Piano d’azione, eliminando la deroga sugli abbattimenti e approvando tutta la parte restante del Piano che consideriamo utile e in linea con molte delle azioni promosse dai parchi e contenute nella Carta di Sulmona.’’
La Coldiretti ha commentato così la decisione congiunta delle Regioni: «Ora occorre salvare le mandrie con i vitelli ed i greggi di pecore, che stanno subendo una vera e propria strage». Prevarranno le ragioni degli allevatori preoccupati per il loro bestiame o quelli degli ambientalisti allarmati per il via libera alla caccia dei lupi?. Il 23 febbraio avremo finalmente la tanto attesa risposta.
Vincenzo Nicoletti