A Napoli, hanno sfilato in corteo centinaia di persone, per ricordare Raffaele Vettorino. L’uomo, un lavoratore socialmente utile (LSU) di 62 anni, di Pozzuoli, è morto ieri a causa di un infarto, mentre inseguiva un’auto pirata che aveva colpito due ragazzi con lui alla manifestazione.
Raffaele, stava prendendo parte ad un sit-in davanti alla sede dell’Ufficio Scolastico regionale di via Ponte della Maddalena con una trentina di ex Lsu del comparto scuola. Alle 9:30, però, un’auto ha sfondato il posto di blocco delle forze dell’ordine e i due ragazzi sono stati investiti e trascinati per alcuni metri.
Il 62enne, allora, ha deciso di rincorrerla, ma dopo qualche centinaia di metri si è accasciato a terra. Trasportato al vicino ospedale Loreto Mare è morto poco dopo di infarto, nonostante i numerosi tentativi di rianimarlo.
Il pirata della strada è stato individuato e fermato dalla polizia intorno alle 13 e accompagnato al commissariato del quartiere Vasto. L’uomo era stato fermato mentre guidava la sua Bmw serie C.
“Mi sono venuti addosso e hanno preso a calci la mia auto“, si è difeso inizialmente. Angelo M., 66 anni, quando ha accelerato, ha ferito Antonia Musella e Vincenzo Testa, i quali presentano rispettivamente numerose contusioni e una frattura al piede.
Dopo la morte del manifestante, gli ex Lsu del settore scuola, che da una trentina sono diventati circa un centinaio, hanno bloccato la circolazione stradale su via Sant’Erasmo, che collega il centro cittadino agli imbocchi autostradali. Nel frattempo, in una nota i responsabili di Cgil e Filcasm hanno espresso “sgomento e rabbia” per quanto accaduto.
“Davanti al Miur – hanno aggiunto – era in corso una manifestazione dei lavoratori addetti alle pulizie scolastiche che sollecitavano la partenza del piano di investimenti e di attività annunciato per l’inizio del 2017, ma ancora fermo“.
All’indomani della tragedia, centinaia di persone hanno sfilato in Corteo per ricordare la morte di Raffaele Vettorino. Al fianco degli Lsu, anche i 3 sindacati Cgil, Cisl e Uil. La manifestazione è partita da piazza Mancini e si è conclusa al Palazzo della Prefettura.
Una lavoratrice Lsu commenta: “Non si può morire per il lavoro“. Tanta l’indignazione tra le persone che hanno partecipato alla commemorazione. All’inizio del corteo i manifestanti hanno recitato il Padre Nostro e osservato un minuto di silenzio per un altro Lsu che si è suicidato nei giorni scorsi.
Un manifestante sottolinea gli errori delle forze dell’ordine “Se avessero previsto i blocchi prima, il nostro compagno sarebbe ancora con noi. Non si può morire così per l’irresponsabilità di un automobilista“. La vertenza per cui stanno lottando è quella della stabilizzazione degli Lsu, circa 5000 solo in Campania.
Mara Alessandra Zita