Il Nilo sta per inondare di spunti singolari e di autentiche testimonianze tre nostre città – Torino, Napoli e Pompei – divenendo l’artefice di un interessante dialogo archeologico e culturale tra diverse realtà italiane:
il prossimo 5 marzo verrà difatti inaugurata presso il museo egizio torinese, e a seguire presso il museo archeologico napoletano e il sito pompeiano, la mostra “Il Nilo a Pompei – Visioni d’Egitto nel mondo romano”.
Il progetto, accuratamente studiato, si propone di svelare il forte impatto iconografico che la civiltà egizia ha avuto sull’intero universo romano e, in particolar modo, su quello pompeiano: il fascino degli usi e dei costumi, dei riti e delle credenze nate lungo le acque del Nilo, trapela con vigore da affreschi, fregi e statue romane che viaggeranno dalla regione Campania verso il capoluogo piemontese e viceversa. Si avrà dunque, uno scambio di opere volto ad esaltare l’archeologia in quanto sistema, capace di dar vita ad una fusione tra poli distanti attraverso la comunicazione costante e la rigorosa organizzazione.
L’esposizione di Torino vedrà protagonista un’ampia serie di reperti provenienti direttamente dal MANN, un tempo situati nel tempio di Iside di Pompei, dal gusto spiccatamente egiziano; tra gli antichi oggetti di carattere faraonico giunti in Piemonte in occasione della grande mostra, bisogna tra l’altro prendere in considerazione quelli ritrovati in un altro tempio di Iside, questa volta beneventano, e serbati presso il Museo Arcos di Benevento.
Ovviamente per Napoli e Pompei non si parlerà soltanto di partenze, ma anche di attesi arrivi: da Torino approderanno infatti presso le città campane alcuni prestigiosi ed originali reperti egizi. A Pompei, dove la civiltà sorta lungo il Nilo ha lasciato tracce significative della propria influenza, i reperti torinesi potranno essere ammirati presso la Palestra Grande, le cui porte sono state riaperte al pubblico di recente; molto probabilmente verrà poi rimontata in uno dei luoghi all’aperto del sito, la piramide in ferro e in legno realizzata dall’architetto Francesco Venezia – precedentemente utilizzata per esporre i calchi delle vittime del Vesuvio nel corso di una mostra tenutasi nell’Anfiteatro – affinché i cimeli possano essere mostrati ai visitatori e agli appassionati tramite una presentazione visiva degna della civiltà d’Egitto.
La doppia mostra, attesissima, si protrarrà fino al 4 settembre. Tuttavia, il Nilo continuerà a bagnare e ad affascinare Partenope anche in seguito alla suddetta data, dal momento che il prossimo 7 ottobre verrà finalmente riaperta la sezione egizia del Museo Archeologico napoletano.
Non ci resta dunque, che lasciarci cullare dall’acque di un fiume che ha fatto la storia e continua a farla con le ricchezze senza tempo che ha partorito e custodito con cura.
Anna Gilda Scafaro