Alla fine degli anni Novanta si diffuse su internet il video di un impiegato che iniziava a prendere a pugni il suo computer, fino a scaraventarlo a terra. Internet era ancora agli albori, ma quelle immagini divennero virali in tempi brevissimi. La cosa interessante è che quella che sembrava un’azione spontanea era in realtà un video creato ad hoc.
Nessuno però lo seppe e la sua diffusione di massa, insieme alla convinzione che si trattasse di un evento reale, lo resero la prima fake news formato video nella storia di internet.
Era il 1999: non esistevano né Youtube né Facebook né Instagram. I video non erano ancora entrati così prepotentemente nel nostro quotidiano e la parola fake news non era neanche lontanamente mainstream.
Oggi, secondo Audiweb, i siti di social network (84,3%) e quelli di video (82,3%) sono i più cliccati dagli utenti. L’interesse verso i video è aumentato del 14,5% rispetto al 2016 e YouTube è la piattaforma social più utilizzata in Italia.
Il perché è chiaro: l’efficacia e l’immediatezza dei video, unite alla rapidità della loro diffusione, hanno oltrepassato tutte le altre forme di comunicazione, cambiando per sempre le nostre vite. Dalla moviola di una partita di calcio alle più improbabili stories degli amici, tutti restiamo affascinati dagli impulsi audiovisivi e tendiamo a fidarci ciecamente di ciò che vediamo sullo schermo. Come se le immagini fossero sempre imparziali, super partes: vedo quindi credo.
In realtà, le immagini sono tutt’altro che neutre: scegliere di raccontare o mistificare uno o più aspetti della realtà è sempre stato un grande potere dei mezzi di comunicazione.
Oggi, tra post-verità e fake news, questo potere è tornato alla ribalta, portando con sé un rischio esponenzialmente più alto. Nelle ultime settimane, alcuni articoli sul web hanno rivelato l’esistenza di nuove tecnologie di intelligenza artificiale in grado di rendere incredibilmente più attendibili le notizie false, modificando in concreto le immagini e i suoni veicolati dai video.
Il risultato? Sarà sempre più difficile capire quando un video è falso oppure no.
Nel filmato qui sotto, intitolato “Future of Fake News“, non è veramente Barack Obama che sta parlando. O meglio, è lui, ma ciò che sta dicendo è stato manipolato in modo da fargli dire parole che provengono da un altro file audio.
Si tratta di una tecnologia destinata a fare grandi progressi e a dare a qualunque utente della rete la possibilità di creare un video in cui chiunque può essere visto e sentito dire qualsiasi cosa.
C’è poi un esperimento dell’University of Washington in cui una clip audio è stata inserita in un video realistico e sincronizzata con le labbra di Obama. Il team di esperti è riuscito a realizzare diversi video in cui l’ex presidente statunitense parla di terrorismo, paternità, creazione di posti di lavoro e altri argomenti, utilizzando audio di tali discorsi e video già esistenti ma che erano originariamente su un argomento diverso.
Intanto, nel 2016, Adobe Systems ha presentato VoCo, un programma in grado di fare per la voce umana quello che Photoshop, il rivoluzionario editing foto del 1990, fa con l’immagine: grazie a degli strumenti di editing audio gli utenti saranno in grado di far dire a chi vogliono ciò che vogliono. Servono solo 20 minuti di parlato registrato e il gioco è fatto.
Poi ci sono i più recenti e inquietanti “deepfakes“: filmati manipolati in cui vengono inserite facce di persone famose. Il più noto è il caso Reddit, un famoso sito di social news e intrattenimento, costretto a chiudere una community del suo forum in cui “appassionati” si scambiavano video pornografici modificati con i volti di modelle e attrici (“Demo del nastro del sesso di Emma Watson 😉“). La tecnologia, alla portata di tutti, è in grado di individuare i punti in comune tra due volti diversi — gli angoli degli occhi e della bocca, le narici, il contorno della mascella — e sostituirli a piacimento.
In questo video, per esempio, la faccia di Hilary Clinton è stata sovrapposta a quella di Donald Trump, intervenuto, prima delle elezioni, al congresso dei Repubblicani:
Per il momento, le alterazioni sono piuttosto visibili e il filmato appare evidentemente falsificato. Ma questa tecnologia è in rapida evoluzione e in poco tempo le distorsioni saranno praticamente invisibili. Attualmente non esistono leggi per limitare questa pratica — soprattutto per quanto riguarda la pornografia — e il loro inserimento potrebbe creare problemi importanti con le legislazioni vigenti (negli Stati Uniti) sulla libertà di espressione.
Presto, quindi, con strumenti abbastanza facili da usare, sarà possibile per chiunque creare clip audio-video credibili, manipolando la voce e il volto di qualunque persona. Il problema è semplice quanto inquietante: quando questa tecnologia sarà sufficientemente sviluppata, come distingueremo i video falsi da quelli veri? Quali conseguenze potrebbe avere la diffusione virale di un video falsificato nella società?
La diffusione di video manipolati potrebbe compromettere gli sforzi dei mezzi di informazione di raccontare il vero e abbassare ulteriormente la fiducia delle persone verso le notizie. Non solo, infatti, sarà più facile far passare cose false come reali, ma sarà anche più facile far passare cose reali come false.
Rosa Uliassi