Girato nelle sale del Museo di Capodimonte, l’ultimo video del cantante neomelodico Andrea Sannino – Voglia – ha riacceso la discussione sulla “sacralità” dei luoghi d’arte e sul loro utilizzo improprio.
Il video che fa infuriare il mondo dell’arte
Il 21 febbraio 2021 il video di Voglia di Andrea Sannino è stato pubblicato su YouTube. Potenzialmente questa canzone potrebbe superare il suo pezzo più famoso, Abbracciame, brano da 45 milioni di visualizzazioni. Testo, accordi, il timbro del cantante, è tutto perfetto per il contesto Neapolitan Power. Eppure tutto ciò è passato in secondo piano perché Andrea Sannino, a quanto pare, si è macchiato del reato di lesa maestà. Nei confronti dell’arte. La colpa del cantante napoletano è quella, infatti, di aver scelto come location del suo ultimo video il Museo di Capodimonte, cantando davanti a opere come La flagellazione di Cristo di Caravaggio o la Crocifissione di Masaccio. Non è certo una novità: prima di lui ci sono già stati precedenti ben più illustri; innanzitutto Beyoncé che ha girato il video di APESHIT all’interno del museo del Louvre a Parigi. E poi Mahmood al Museo Egizio di Torino.
E quindi quale sarebbe il problema scatenato dalla nuova canzone di Andrea Sannino? In questa epoca di pandemia e di chiusura dei musei dà fastidio l’uso dell’arte per scopi diversi da quelli per cui sono nati: il pop incontra l’arte ma non è l’arte di Andy Warhol.
«Lo chiarisce il Codice dei Beni culturali: i beni non si possono usare per fini incompatibili con il loro carattere storico artistico» chiarisce così Tomaso Montanari, storico dell’arte famoso per le sue battaglie in difesa del patrimonio italiano. E aggiunge: «Dovrebbe intervenire subito il ministero se non la Procura» poiché «la Flagellazione di Caravaggio appartiene al Fondo edifici di culto del ministero degli Interni e dovrebbe stare a San Domenico Maggiore. È stato spostato al museo per motivi di sicurezza ed è un soggetto sacro. Quale consapevolezza di tutto questo c’è in chi ha girato il video e in chi ha dato il consenso?». Il consenso ad Andrea Sannino è stato dato dal direttore del museo Sylvain Bellenger che non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Dal museo fanno però sapere che il video fa parte di un dialogo aperto da tempo con la città. L’idea è quella di intercettare un pubblico diverso da quello tradizionalmente abituato a frequentare i musei, per rendere l’arte davvero accessibile a tutti. E anche su questo arriva la risposta di Montanari che spiega come liberare l’arte nulla ha a che fare con operazioni come questa, che la liberazione della cultura significa liberarla dai bisogni indotti, non nello sfruttamento commerciale delle opere. Quando però gli fanno notare che alla Reggia di Caserta hanno girato alcune scene di Star Wars – La minaccia fantasma risponde che non è per il no assoluto e categorico, ma che la scelta deve essere ponderata e si devono mettere dei limiti, e soprattutto non lasciare tutto in mano al libero arbitrio del direttore del sito culturale.
Gli fa eco in questa discussione l’ex soprintendente di Capodimonte Nicola Spinosa, il quale è assolutamente critico con il suo successore e non risparmia critiche feroci: «Andrea Sannino che canta davanti a Caravaggio non mi sorprende, è solo una nuova puntata di un programma già visto, dalla mostra di Gemito degna della Rinascente a quella di Luca Giordano, pittore solare sacrificato in un allestimento oscuro. Stavolta poi far cantare un neomelodico in quelle sale è assolutamente inutile: non serve aa Andrea Sannino, che è già famoso, e non serve certamente a Capodimonte. Le contaminazioni sono benvenute, io stesso ospitai nei cortili la musica napoletana, ma non di certo davanti a Caravaggio. Il video di Andrea Sannino fa il paio con la mostra di La Motta inaugurata qualche giorno fa: io in quel museo ho portato i più grandi artisti internazionali del contemporaneo, cosa c’entra lì in mezzo il lavoro di La Motta?».
A difendere invece il video di Andrea Sannino è il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, che dal suo profilo Facebook scrive:« Se questo videoclip di Andrea Sannino, se questa nuova canzone avvicinerà anche un solo ragazzo alla cultura e alla bellezza di Caravaggio, vuol dire che abbiamo vinto tutti. Per questo non comprendo le polemiche e chi si indigna davanti a quella che dovrebbe invece essere accolta come una opportunità. Non dobbiamo aver paura del virus dell’arte, non è questo il contagio dal quale dobbiamo difenderci. Piuttosto prepariamoci a rispondere adeguatamente a quel ragazzo che davanti al quadro di Caravaggio affermerà ‘questo è il quadro del video di Andrea Sannino’, a lui dovremmo rispondere raccontando una storia di bellezza e che quel quadro è uscito dal genio di un’artista che a #Napoli ha espresso parte della sua creatività e bellezza.»
A questo punto la domanda rimane: aprire le porte dei luoghi d’arte alla “cultura pop” è lungimiranza o blasfemia?
Valentina Cimino