Il reparto di Oculistica dell’ospedale “L. Curto” di Polla, nel Salernitano, declassato da Unità Operativa Complessa ad Unità Semplice. Il Comitato Vallo a Difendere, Codacons, Meetup Amici di Beppe Grillo Attivisti Sala Consilina, Ass. Popolo sovrano e l’Associazione Giustizia Possibile hanno deciso di presentare ricorso al TAR. Ma in che modo si sta sobillando la partecipazione dei cittadini e della componente giovanile di essi?
“Siamo orientati verso il ricorso al TAR – dicono i rappresentanti dei Comitati e delle Associazioni coinvolte nella vicenda – prevalentemente come cittadini di questo territorio e non come gruppi politici. La scelta di declassare il reparto di Oculistica dell’ospedale di Polla è una mera presa di posizione, non sappiamo di chi e soprattutto perchè. La Conferenza dei Sindaci ha accettato obtorto collo questa posizione. Queste sono strategie che servono a toglierci un pezzo alla volta – concludono – e quindi ci stiamo già organizzando tramite nostri legali interni per promuovere il ricorso“.
In questo ultimo mese abbiamo assistito a varie iniziative organizzate per preservare le strutture sanitarie presenti nel Vallo di Diano, in questo caso specifico si è parlato molto del Presidio Ospedaliero “L. Curto”, un caso di struttura sanitaria che ancora non è uscita dalla situazione complicata che le ruota attorno da un po’ di anni ormai: carenza di personale, mancanza di macchinari, e declassamento di reparti.
Un’azione collettiva nei confronti di un disservizio di una struttura pubblica di prima necessità, molto spesso non riconosciuto come tale dagli amministratori comunali, è certamente più che legittima.
La difficoltà e al contempo l’elemento che fa la differenza è riuscire a stimolare una partecipazione attiva da agenti esterni a questi ragionamenti, a queste dinamiche: la maggior parte dei cittadini.
Le iniziative svoltesi su questo fronte sono risultate poco partecipate e si è notata, tra l’altro, l’assenza di una considerevole componente giovanile, che dovrebbe essere lì in prima linea a difendere le proprie strutture territoriali, a maggior ragione quando si tratta di un organo di fondamentale importanza come l’Ospedale di Polla-Sant’Arsenio.
Deve esserci qualcosa che non ha funzionato: la news delle varie iniziative non è stata pubblicizzata, non è stata contestualizzata abbastanza tanto da diventare motivo di presa di posizione. Ed è un dato davvero rammaricante, anche per chi si è fatto portavoce di una reazione sociale; perchè, ancora una volta, quella reazione non c’è stata.
Motivo per il quale invece di fare la conta dei partecipanti, bisognerebbe ridefinire i parametri di partecipazione attiva. Una volta eseguito questo lavoro (condizione con cui affrontare la realtà, ma che non dovrebbe essere posta sul nascere) si potrà parlare di reazione sociale.
Giuseppe Luisi