Bacoli, l’11 giugno i cittadini saranno chiamati a votare per eleggere il nuovo sindaco.
Sono quattro i candidati alle amministrative che si terranno a Bacoli l’11 giugno, Josi Gerardo Della Ragione, Salvatore Illiano, Giovanni Picone e Agostino De Marco.
Abbiamo intervistato Josi Gerardo Della Ragione, nome non nuovo per il comune di Bacoli. Infatti ha già precedentemente ricoperto il ruolo di sindaco della città, ma è stato destituito dopo soli 11 mesi di mandato, in seguito a una mozione di sfiducia nei suoi confronti.
L’anno scorso, a pochi mesi dal suo insediamento come sindaco di Bacoli, ben nove consiglieri hanno protocollato le proprie dimissioni dichiarandosi contrari alle ultime scelte compiute durante il suo mandato, ricevendo in più una sfiducia da parte del PD. Quali sono state le scelte che l’anno portata ad attirare il dissenso da parte di questi consiglieri?
«Il dissenso è stato attirato tra i consiglieri di maggioranza nell’attuazione del programma, quindi quando abbiamo iniziato ad attivare i punti più nevralgici di quest’ultimo. Un esempio sono le spiagge libere, il volerle riconsegnare ai cittadini di Bacoli e ai cittadini del mondo che vogliono usufruire del nostro litorale. Far pagare le tasse a chi non le aveva mai pagate, agire sulle società partecipate, facendo in modo che quelli che usufruiscono di spazi comunali paghino i canoni di locazione. Quando abbiamo cominciato a tramutare da parole in fatti, i consigli comunali di opposizione e una parte di maggioranza sono venuti meno, opponendosi in consiglio comunale. L’opposizione non è stata solo in consiglio comunale, anzi si è tramutato nella firma di un atto notarile, gli atti più antidemocratici nella storia politica di un comune. Un sindaco può essere mandato a casa in tanti modi, il metodo più democratico è dire alla città i motivi del dissenso, farlo in consiglio comunale non approvando il bilancio, oppure sottoscrivendo una mozione di sfiducia. Questo non è stato fatto. In quell’occasione ho fatto un consiglio comunale in piazza Marconi a Bacoli e nessuno accennò al volerci mandare a casa, anzi affermarono che il loro dissenso era dovuto alla volontà di accelerare ancora di più l’attuazione del programma. Noi abbiamo accelerato, ma i temi già accennati sopra hanno determinato la sottoscrizione di un atto notarile. Sono stato mandato a casa lunedì mattina, il 4 luglio. I consiglieri di maggioranza e di opposizione si sono recati da un notaio ad Acerra, quindi ben lontano da Bacoli, e hanno mandato un loro emissario in Comune per protocollare l’atto. Come ho avuto più volte occasione di ribadire, ci siamo posti con orgoglio davanti ai potentati della città, ai poteri forti del territorio. Lo abbiamo fatto a testa alta, lo abbiamo fatto con la forza dei cittadini, quelli che ci avevano votato. Noi siamo stati votati da oltre novemila persone a bacoli,quasi il 65% dell’elettorato al ballottaggio e non abbiamo voluto fare alcun tipo di passo indietro su quella che è, appunto, l’attuazione del programma. La città ci ha votato per quello che avevamo detto e dovevamo realizzarlo. Abbiamo preferito tirare dritto e non cedere a ricatti e compromessi. Noi siamo caduti esattamente il 4 luglio, e non in un’altra data, non più tardi perché il 7 di luglio avremmo acquisito a patrimonio comunale una serie di beni di società partecipate, che ex amministratori, gli stessi che ci hanno sfiduciato, volevano svendere a privati, come Parco della Quarantena e del complesso Cinque Lenze nel cuore di Bacoli. In più il 27 di luglio avremmo ottenuto dal Tar il via libera per consegnare ai cittadini 1800 m2 di spiaggia libera. Abbiamo mantenuto fino in fondo fede al nostro programma, basato su onestà e trasparenza, non ci piegandoci mai a chi voleva ripristinare modelli politici del passato.»
Come mai quest’anno ha deciso di ricandidarsi? Da quali forze è appoggiata la sua candidatura?
«La coalizione questa volta è costituita da due liste: FreeBacoli e demA. FreeBacoli è un’associazione politica, culturale e sociale nata nel 2009. Abbiamo fatto cinque anni in consiglio comunale come opposizione e undici mesi di governo della città. Questa è la nostra terza campagna elettorale. I cittadini conoscono bene quello che abbiamo fatto, quello che vogliamo fare, ma soprattutto che non facciamo chiacchiere e ciò che diciamo lo portiamo a termine. Nel corso di questi 8 anni FreeBacoli ha organizzato molti eventi e manifestazioni, sia di proposta che di dissenso. Ci siamo mossi in difesa delle scuole, dell’ambiente, del patrimonio archeologico e culturale.
Per quanto riguarda i beni culturali abbiamo riaperto, dopo 15 anni di chiusura, i cancelli della tomba di Agrippina, abbiamo riaperto le porte della Casina Vanvitelliana ottenendo un numero di visitatori quattro volte superiore a quello degli anni passati. Abbiamo aperto il centro storico di Bacoli ai pedoni, realizzando una sorta di centro commerciale a cielo aperto. Abbiamo organizzato molti eventi, sia con soldi pubblici che con il finanziamento di privati, basti pensare al concerto di De Gregori, unico concerto pubblico in piazza tenuto dal cantante nel 2015 a Bacoli, che vide la partecipazione di oltre 15.000 persone. Questi sono solo alcuni esempi di quello che abbiamo fatto e continueremo a fare per Bacoli.
L’alleanza con demA per noi è strategica sia sotto il profilo elettorale ma soprattutto sotto il profilo amministrativo. Un’intesa nata in anni di battaglie e di proposte, in sinergia con l’amministrazione di Napoli, con il sindaco Luigi de Magistris, soprattutto negli undici mesi di amministrazione. Tante cose potremmo fare insieme, e tante ne abbiamo già fatte. Sotto il profilo turistico si può immaginare che, tra i milioni di turisti che arrivano a Napoli con le crociere, anziché andare in visita a Sorrento, a Capri possano venire ai Campi Flegrei, possano venire a Bacoli è solo una delle tante piccole occasioni di valorizzazione del territorio. Ritengo la sinergia con Napoli molto importante per il nostro territorio, e averla costruita oggi con una coalizione elettorale significa fortificarla un domani con un’alleanza di tipo amministrativa e governativa, oltre a sostenere il progetto demA che a sua volta sostiene molte realtà con le quali abbiamo avuto a che fare negli anni in difesa dei territori, contro le discariche, contro gli inceneritori e per la valorizzazione dei beni comuni. Oggi queste realtà si sono unite in demA, del quale cordinamento facciamo parte. »
Come è stata accolta la sua ricandidatura dalla cittadinanza dopo l’esperienza passata?
«Noi siamo un’amministrazione che è stata mandata a casa da giochi di potere, non dai cittadini. Capita spesso che un’amministrazione venga mandata a casa, ma non capita spesso che un sindaco, che è stato sfiduciato, venga scortato dai cittadini. Il pomeriggio del 4 luglio c’erano oltre 500 persone all’entrata del municipio per sostenerci e per spronarci a continuare a battagliare e a ricandidarci. Noi ci siamo ricandidati poiché io sono fermamente convinto che bisogna vincere la battaglia del cambiamento. Ci ricandidiamo perché ce lo hanno chiesto i cittadini, che il giorno della caduta organizzarono una manifestazione tramite un post diffuso sul web. Nel corso di questi mesi abbiamo tenuto diverse manifestazioni, non abbiamo mai lasciato sola la città. Abbiamo fatto una raccolta firme per anticipare il voto a novembre, hanno sottoscritto l’atto oltre 4000 cittadini di Bacoli. I cittadini non ci hanno mai lasciati soli. La cosa che stupisce è che quando abbiamo cominciato le assemblee di quartiere si contava la presenza di 30-40 persone, mentre adesso arriviamo al centinaio di persone. Questo è straordinario perché denota la voglia della popolazione di partecipare alla vita politica. »
Che tipo di lavoro ha intenzione di portare avanti per il comune di Bacoli? Ci sono elementi innovativi rispetto a quello passato?
«Tanto abbiamo fatto e tanto continueremo a fare. Una delle cose più importanti che siamo riusciti a portare avanti è stato il risanamento del bilancio comunale. Risanamento vuol dire che, una volta entrati in municipio, due anni fa, dopo una settimana ci arriva una delibera della Corte dei Conti, dove veniva riportato che il comune di Bacoli era praticamente fallito, avendo un debito di quaranta milioni, e che avremmo dovuto presentare un piano di riequilibrio che abbiamo dovuto preparare in soli sei mesi. Lo abbiamo fatto, lo abbiamo redatto e lo abbiamo approvato in consiglio comunale, è stato approvato dalla Prefettura di Napoli, approvato dal Ministero dell’Interno. Abbiamo salvato la città dal fallimento. Siamo riusciti insieme ai sindacati e ai dipendenti comunali a individuare gli operai, i dipendenti che volevano andare in pensione in modo da riuscire a fare 56 prepensionamenti con un risparmio di oltre due milioni di euro per gli enti.
Tra gli elementi innovativi c’è sicuramente l’approccio. L’approccio di due anni fa era sicuramente quello fatto da giovanissimi, che erano stati sempre una forza di opposizione, e come tale siamo andati a governare. Oggi è l’approccio di un’associazione più matura, che ha vissuto momenti felici e momenti meno felici, e che è riuscita a rialzarsi, che ha oggi un contatto diretto con la città di Napoli. È un’associazione che ha governato e che vuole governare. È quindi un approccio completamente differente, ancora più utile e forte per la città. »
Cosa ne pensa di quest’anima “ribelle” che Napoli sta assumendo? La sua linea di pensiero è affine a quella degli attivisti o ci sono punti di contrasto?
«Penso che Bacoli, con la nostra vittoria alle elezioni, possa rappresentare un esempio ancora più forte di Napoli come “città ribelle”. Questo perché ci ritroveremo di fronte a una città che vota un sindaco ventottenne, battendo il centrosinistra al primo turno e poi il centrodestra al ballottaggio. Centrodestra legato a Cesaro e Cosentino, quindi di “spessore”. Una città che sostiene l’amministrazione nel corso del mandato, che l’appoggia anche quando cade e che la porta per mano fino alle elezioni. Vincere questa volta significherebbe avere un voto più maturo, un voto più consapevole dato proprio sul programma, perché la città voterebbe ciò che abbiamo fatto e ciò che vogliamo fare. Sarebbe un duro colpo per i politicanti del territorio che credono che la democrazia si scriva nelle segrete stanze di un notaio, o acquisendo i consensi di persone che, si erano entrate a far parte della maggioranza, ma che subito hanno ceduto il passo davanti alle prime difficoltà. I cittadini saranno in grado di spiegare a questi politicanti che è finito il clientelismo in questa città, che la città vota secondo coscienza, che vota sul programma elettorale. Sarebbe un voto rivoluzionario e ribelle di una città in provincia di Napoli, nel sud Italia. E se si considera che Bacoli, oltre all’aspetto meramente politico e culturale attuale, ha una storia millenaria e potrebbe tornare ad acquisire una centralità politica importante in provincia di Napoli. »
Andrea Chiara Petrone