Un team di ricercatori peruviano, grazie ad alcune apparecchiature capaci di simulare le condizioni ambientali di Marte, ha dimostrato che è possibile coltivare patate sulla sua superficie nonostante le condizioni atmosferiche particolarmente proibitive.

Con le avanzatissime apparecchiature di cui hanno disposto i ricercatori sono riusciti a far crescere una patata nell’ambiente marziano creato artificialmente. Il risultato ha dei risvolti di rilevantissima importanza. I risultati ottenuti, infatti, possono essere approfonditi ed applicati nelle zone del nostro pianeta particolarmente aridi dove risulta impossibile la coltivazione, permettendo di risolvere il problema della fame in diverse aree del nostro pianeta ancora afflitte da questo drammatico problema.

In questo studio c’è lo zampino della NASA che ha seguito i ricercatori e li ha aiutati alla progettazione ed alla realizzazione del sofisticatissimo sistema di simulazione dell’ambiente di Marte in cui si trova un’atmosfera con altissima concentrazione di monossido di carbonio e temperature molto al di sotto dello zero.

Di studi analoghi in NASA ne sono stati condotti diversi in passato ma questo, partito lo scorso anno è il primo che ha come obiettivo fondamentale il processo di terraforming (terraformazione), cioè la modificazione dell’ambiente marziano aumentando le fonti di ossigeno e cibo, permettendo così la vera concreta colonizzazione umana del pianeta rosso.

L’attività della NASA è particolarmente attiva in quest’ambito anche perchè il governo USA ha appena passato il NASA Authorisation Act 2017, destinando all’agenzia spaziale diversi miliardi di dollari (circa 20) vincolando la NASA stessa ad inviare i primi uomini su Marte entro il 2033.

Anche in questo caso il cinema ha anticipato alcune conquiste dell’uomo in campo spaziale. Nel film “The Martian”, infatti, il protagonista cerca di sopravvivere il più a lungo possibile sul pianeta rosso e, in attesa di soccorsi, crea il suo ecosistema coltivando, appunto, patate.

Stando ai progetti NASA, quindi, appuntamento al 2033 dove la frontiera dell’umanità nello spazio avanzerà ancora di più.

Salvatore Annona

 

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