Nel piccolo borgo di Ripe San Ginesio al via il 7 luglio la quinta edizione di BorgoFuturo, una sfida allo spopolamento dei piccoli centri urbani nell’ottica della salvaguardia del patrimonio culturale, ambientale e antropologico.
BorgoFuturo, il festival nato nel 2010 e che si tiene nel piccolo borgo di Ripe San Ginesio a metà strada tra l’Adriatico e i monti Sibillini, festeggia dal 7 al 9 luglio la quinta edizione. E i risultati iniziano a farsi vedere: migliaia di turisti affollano le stradine del centro, nuove attività nascono, spazi dismessi tornano ad essere vivi, case da tempo disabitate rinascono in progetti che prevedono B&B mentre ha aperto da poco un negozio di alimentari con annesso micro birrificio artigianale e in prossima apertura una bottega di gioielleria che lavorerà pietre e argento. La vita tra le stradine del borgo rinasce.
Il sindaco è entusiasta, fin’ora i due bandi comunali per la riqualificazione del centro cittadino stanno permettendo una reale ripresa del piccolo borgo anche dal punto di vista culturale: è stata recuperata una vecchia cava, trasformata in un teatro all’aperto durante i giorni del festival, ma che per tutto l’anno ospita attività culturali e ricreative. BorgoFuturo è un’iniziativa a cadenza biennale perché il vero cambiamento avviene tutti i giorni e non può vivere esclusivamente di grandi eventi. Gli organizzatori lo sanno e la cittadinanza pure. La zona colpita dal sisma del’ultimo anno è diventata un centro d’aggregazione di storie, vite e speranze: la comunità del maceratese ha trovato in Ripe San Ginesio, pochi i danni subiti dal terremoto, un nuovo punto di inizio.
L’idea del festival BorgoFuturo – come si legge sul loro sito – è un’intuizione, qualcosa di pronto al cambiamento, sempre in divenire, dinamica e incredibilmente al passo coi tempi nonostante si dica spesso che il tempo nei piccoli centri d’Italia pare essersi fermato. Di fronte agli ultimi dati Legambiente nel dossier Piccolo (e fuori dal) Comune c’è poco da stare sereni: si è registrato un calo della popolazione attiva nei comuni sotto i 5mila abitanti – che rappresentano oltre il 60% dei comuni italiani – ciò significa che un abitante su sette se ne è andato e inoltre è un aumento la popolazione anziana con oltre due anziani per un giovane; le case vuote sono 1.991.557 contro le 4.345.843 occupate, una casa ogni due è vuota; infine i piccoli comuni si dimostrano circa quattro volte turisticamente meno produttivi, considerando offerta di posti letto e tasso di utilizzazione. BorgoFuturo prova a invertire una tendenza mortale, consapevoli che le fragilità del mondo contemporaneo sono tante e la lentezza, la vita lenta, dei piccoli borghi può essere una risposta salvifica. Tante le attività in programma.
Un programma che è trasversale, che abbraccia sociologia, ambiente e letteratura, che presenta ospiti come Aldo Nove e Flavia Mastrella, con un tema che – non a caso – è quello del reduce. I reduci che sono innanzitutto quelli del sisma, le popolazioni che meglio rappresentano quella voglia – e necessità – di rinascita e di ripresa di cui il festival diventa portavoce naturale. Il destino dei borghi italiani è legato alla capacità di fare rete – e in questo senso la possibilità di accorpamento proposto dallo Stato appare una prima e intelligente mossa – di unire realtà molto simili e dalle grandi potenzialità: la stessa esperienza di Ripe deve essere allargata per poter valorizzare il patrimonio d’arte medievale di San Ginesio e Loro Piceno, il parco archeologico, i percorsi enogastronomici, permettendo un incremento del turismo, quindi degli investimenti e dalla vita sociale in toto.
Come spiega il direttore artistico di BorgoFuturo – Damiano Giacomelli – il sisma può rappresentare un’opportunità, un laboratorio dove far interagire tutte le realtà che animano i borghi, con la volontà di renderlo un esempio positivo e punto di partenza non soltanto per la provincia di Macerata. Ancora una volta, idea e sviluppo della stessa, viaggiano di pari passo e lo confermano gli ospiti – sarà presente anche il chitarrista tuareg Bobino – il tema – i reduci di guerra, del sisma, reduce è chi porta avanti la sua battaglia per la legalità, reduce è chi ha dovuto scegliere di emigrare. Nelle parole dell’organizzazione è chiaro il tentativo di rappresentare una parte di questo mondo attraverso un programma di incontri che punti a valorizzare tutti gli aspetti essenziali della vita dei piccoli borghi.
Non mancheranno tavoli di lavoro attorno a temi come Ricostruzione, Viabilità, Turismo e accoglienza, Cultura e immaginario, Agricoltura, Artigianato e attività produttive. Previsti corsi, laboratori didattici e discussioni teoriche all’interno di tre percorsi tematici: teoria della decrescita, agricoltura rigenerativa e comunità in transizione. Infine verrà approfondito il legame tra giornalismo e ambiente, la vera sfida di oggi: poter e saper raccontare realtà ben radicate nell’immaginario collettivo, ma che stanno cambiando, si stanno evolvendo in fretta. Fortunatamente.
Francesco Spiedo