Accendere un contratto di mutuo è certamente un passo importante ed una tappa fondamentale nella propria vita, ma non si tratta di una scelta mai semplice da intraprendere dati i molti dubbi, incertezze e le tante soluzioni possibili. Prima di stipulare un mutuo occorre valutare con attenzione ogni dettaglio, poiché un piccolo errore potrebbe trasformarsi in un “buco” di migliaia di euro.

Occhio al contratto

Una “svista” contrattuale  potrebbe costarvi cara: è fondamentale quindi individuare le condizioni migliori disponibili sul mercato e le varie soluzioni che vi verranno proposte. Sappiate poi che  dietro vantaggi e svantaggi si celano  numeri, sigle o percentuali di cui si conosce poco o niente. Scegliere solo tra tasso fisso o tasso variabile non è sufficiente a chiarire le cose né rappresenta l’unico dilemma.

Il primo passo da fare è dunque quello di “conoscere il proprio mutuo”, ovvero di essere consapevoli di come si formi il tasso finale di quest’ultimo, che è dato da due elementi: lo “spread” (viene deciso dalla banca ed è il ricavo che l’istituto otterrà dalla vostra operazione) e l’Eurirs (indice interbancario europeo del mutuo fisso) o Euribor, nel caso di mutui a tasso variabile.

Siate attenti e verificatene costantemente l’andamento, poiché se stipulate un mutuo a tasso fisso, questo farà riferimento al valore di mercato dell’Eurirs al giorno della stipula, senza cambiare successivamente. Per il calcolo della rata a tasso variabile verrà preso come riferimento l’ultimo Euribor.

Tasso fisso o variabile?

Ad oggi sembrerebbe convenire il tasso variabile, poiché quello fisso è in ascesa. Molto però dipende dalla durata del prestito:  se nel breve termine (10 anni) non vi sono grosse differenze tra tassi fissi e variabili, sul lungo termine il mercato prevede una risalita dei tassi fissi, ecco perché il fisso appare in aumento già da oggi.

Mutuo ipotecario o fondiario?

Il classico mutuo potrebbe non essere la soluzione più indicata per le vostre esigenze. Si sente spesso parlare di soluzioni quali il mutuo fondiario ed il mutuo ipotecario. In sostanza queste operazioni permettono di porre un’ipoteca sull’immobile, una concreta possibilità per la banca di rifarsi nei confronti del richiedente nel caso quest’ultimo non riesca a corrispondere le rate previste nel piano di ammortamento del contratto.

Per approfondire al meglio ogni aspetto di questi strumenti è sempre opportuno informarsi su portali del settore, come ‘Fisso Variabile’, dove potrete individuare vantaggi e svantaggi delle diverse soluzioni e fare chiarezza in un mondo che spesso cela delle insidie.

Il mutuo fondiario, ad esempio, viene spesso confuso con quello ipotecario o viceversa: a differenziarli (cosa non certo da poco!) è il risparmio; il primo consente di abbassare il tasso di interesse applicato dall’istituto bancario e prevede spese notarili inferiori nel caso di un mutuo per la prima casa. A favore del mutuo ipotecario gioca invece l’importo del mutuo, che può essere di gran lunga superiore in questo caso.

La rata

Volete farvi un’idea di quanto potrebbe essere “grande” la vostra rata? Sappiate allora che la rata mensile non può superare un terzo del vostro stipendio; ad esempio, se guadagnate 1.500 euro, la rata potrà essere al massimo di 500 euro; se invece il mutuo è cointestato allora il calcolo andrà fatto sui due redditi mensili sommati e dividendoli per tre: quello sarà l’importo massimo da poter sottoscrivere.

Altri fattori da prendere in considerazione sono poi il valore del prestito, quindi l’importo totale che la banca finanzierà per il vostro immobile, oltre che la durata, il numero complessivo delle rate ed il tasso di interesse applicato e la tipologia di mutuo stipulata.

Anna Capuano

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