Secondo le dichiarazioni rilasciate dagli agenti di polizia (Shaaban al-Obaidi, colonnello) lo Stato Islamico di Iraq e Levante (ISIL) avrebbe fatto razzia della tribù Albu Nimr, uccidendo circa 200 persone ad Anbar, uno dei governati dell’Iraq.

Mezzi e fonti locali invece hanno riportato un bilancio ancor più oneroso e tragico, sicché le morti riferite sarebbe 381, secondo Naim al-Kuoud al-Nimrawi, uno dei leader della tribù. Le vittime sono state trovate in una buca vicino Ramadi, città di Anbar. Le vittime sono state per lo più donne e bambini. Secondo le analisi dei cadaveri, l’arma utilizzata è la pistola e i colpi sono stati assestati direttamente alla nuca. Le esecuzione fatte dall’ISIS infatti non differiscono nel modus operandi.

Il punto chiave di accesso alla città di Baghdad risiede proprio in questo strategico sito di Anbar, conquistato dall’ISIS, e difatti sarebbe questa una delle ragioni che giustificherebbero l’attacco e la presa di possesso della città.

La tragedia, consumatasi tra il 24 ottobre e la domenica successiva, avrebbe riscosso l’attenzione dell’Italia e dell’America: “Gli attacchi di oggi dimostrano che la firma del Governo serve ad equipaggiare la minaccia terroristica e ad alzarci con i nostri alleati contro le atrocità dell’ISIL compiute nei confronti di uomini, donne e bambini innocenti”, ha affermato Rob Nicholson, Ministro della Difesa in Canada. Difatti il Canada ha abbracciato in pieno la coalizione anti-ISIL, conducendo una campagna di due giorni per la ricognizione, prima di mandare gli F-18 all’attacco nella città di Fallujah.
Dal lato italiano invece è intervenuto il Ministro per Difesa, Roberta Pinotti, lanciando l’allarme, dato che le unità arruolate dall’ISIS, secondo una stima sarebbero circa 1.500. A questo proposito il Ministro ha aggiunto: “Serve una risposta più efficace e rapida della comunità internazionale”.
La notizia della minaccia terroristica ha invaso i mezzi di comunicazione, e il resto del mondo cerca di collaborare come può all’estirpazione di quest’ultima.

Fabrizio Consiglio

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