C’è ancora molto lavoro da fare in Italia, almeno stando ai dati forniti da Transparency International, che ha redatto il Corruption Perception Index 2014. Nella classifica stilata, il nostro paese è al 69esimo posto, e rispetto all’anno precedente è rimasto stabile. Ma non c’è da andarne molto fieri, se da un lato qualcuno può essere contento perché non siamo andati oltre, qualcun altro deve interrogarsi sulle cose da fare per risolvere il grave problema della corruzione. Soprattutto alla luce della maxi operazione sulla mafia capitale a Roma, che ha visto travolto anche l’ex sindaco Alemanno.
Il dato allarmante comunque resta, l’Italia è il fanalino di coda dei paesi del G7 e ultima in Europa, insieme a Grecia e Bulgaria. I due paesi che condividono con noi questo trionfo, però, rispetto al 2013 hanno migliorato la loro posizione, almeno qualcuno prova a migliorarsi. Tra i più virtuosi troviamo i Paesi del nord Europa e un outsider: Danimarca e Finlandia, accompagnati dalla Nuova Zelanda. Leggendo i dati, invece, i più corrotti al mondo sembrano essere Sudan, Corea del Nord e Somalia. Il lavoro fatto da Transparency è quello di aver redatto una classifica di 178 paesi sulla base di un coefficiente da 0 a 100, facendo riferimento a pareri di esperti di alcune organizzazioni importanti, quali la Banca Mondiale, Banca africana per lo sviluppo, Fondazione Bertelsmann.
Sulla base di questo coefficiente, il nostro Paese non ha raggiunto nemmeno la soglia di 50/100, che è ampiamente superata, invece, dalla Spagna, dalla Francia, dal Regno Unito e, ovviamente, dalla Germania. In questi Paesi i cittadini si sentono liberi dalla corruzione e dalle mazzette, ma non è detto che l’attività criminale non sia presente, solo che non influenzerebbe poi così tanto la vita delle persone. In Italia, quindi, l’idea che i grandi appalti, che i lavori pubblici e privati, che gli affari siano gestiti ed affidati in base alle mazzette è forte. Non poteva, però, non essere così: Expo e Mose sono alcuni dei nostri trionfi globalmente riconosciuti. Chapeau, Italia.
Luca Mullanu