Carissimi lettori di Libero Pensiero, rieccoci al nostro appuntamento settimanale con la rubrica Il Mondo in Questione, grazie alla quale potrete scoprire come è cambiato il mondo in sette giorni. Partiamo!
USA: I POSTI DI LAVORO CREATI A MAGGIO SONO I PIÙ BASSI DEGLI ULTIMI 6 ANNI
I dati USA di maggio inquietano non poco gli analisti e gli investitori finanziari di tutto il mondo. L’economia statunitense ha infatti creato 38mila posti di lavoro (peggior risultato degli ultimi 6 anni), a fronte di attese ben più ottimistiche. Il rapporto sull’occupazione rilasciato venerdì arriva dunque come un fulmine a ciel sereno per gli addetti ai lavori: ci si aspettavano circa 160mila nuovi posti e questo dato sarebbe dovuto essere la spinta decisiva per un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. Nonostante il dato sulla disoccupazione sia comunque positivo (è stato registrato un calo dal 5% al 4,7%), il dato sorprendentemente basso dei posti di lavoro creati a maggio mette in dubbio il rialzo dei tassi, fino ad oggi dato per scontato.
L’UNASUR PER LA CONCILIAZIONE DEL VENEZUELA
L’agenzia ecuadoregna “Andes” ha riportato un comunicato dell’Unione delle Nazioni Sudamericane – UNASUR, che esprime soddisfazione per la risoluzione dell’Organizzazione degli Stati Americani – OEA, la quale in settimana ha invitato al dialogo governo e opposizione in Venezuela. L’UNASUR avrebbe particolarmente apprezzato il richiamo da parte dell’OEA ai principi dello Stato di Diritto venezuelano e alla ricerca di una composizione della crisi su basi costituzionali; inoltre, esprime la sua vicinanza a quanti, tra le personalità politiche internazionali (tra cui l’ex premier spagnolo Zapatero) impegnate a comporre i conflitti politici e istituzionali in corso a Caracas, si stanno adoperando per la pacificazione del Paese. L’endorsement dell’UNASUR all’OEA si aggiunge a quelli già espressi, tra gli altri, da ONU, UE, USA e altri governi della regione. La stessa Ministro degli Esteri del Venezuela, Rodriguez, ha reso noto che ritiene la sensibilizzazione della comunità internazionale e in particolare dell’UNASUR una vittoria dell’esecutivo Maduro.
SITUAZIONE LIBICA: L’ARABIA SAUDITA PRONTA A COLLABORARE CON L’ITALIA
La situazione libica, in perenne bilico tra il governo di al-Sarraj, la milizia di Haftar e l’ISIS, è motivo di preoccupazione internazionale e soprattutto italiana. In questi primi di giugno, il ministro Gentiloni, recatosi a Gedda, ha incontrato il re Salman, il ministro degli esteri al-Jubeir e il vice-principe ereditario Mohammad bin Salman, allo scopo di stringere un’alleanza con l’Arabia Saudita e persuaderla a sostenere al-Sarraj. Il dialogo sembra aver dato buon esito: al-Jubeir ha dichiarato che l’Arabia Saudita è pronta a sostenere il governo nazionale libico, affinché questo si consolidi e diventi un ostico nemico per il terrorismo. A conferma dell’apertura vi sono anche le parole di Gentiloni, che non solo riportano l’umore del re Salman nei riguardi dell’Italia, considerata «un paese della regione» con cui è necessario collaborare, ma sottolineano un «impegno comune per sostenere l’attuale governo libico e allargarne quanto possibile la legittimità e la base di consenso: c’è un impegno comune contro il terrorismo e questa visita rafforzerà questo impegno». Sulla base dei buoni propositi, Gentiloni ritiene che non sia possibile estromettere Haftar dal progetto libico, e che sia dunque indispensabile trovare un accordo con il generale, che ancora oggi non è disposto a riconoscere al-Sarraj.
NIGERIA:ATTACCHI TERRORISTICI AI GIACIMENTI PETROLIFERI
Il gruppo terroristico nigeriano dei “Vendicatori del Delta del Niger” ha rivendicato i tre attacchi della scorsa notte alle già precarie infrastrutture petrolifere del paese. I ribelli hanno dichiarato che il loro intento è quello di portare la produzione nigeriana di petrolio a zero. Questi attacchi sono gli ultimi di una lunga scia di violenza nella regione del Delta del Niger, in cui la produzione petrolifera è concentrata, anche se l’estrazione di greggio ha toccato in questi mesi i picchi più bassi degli ultimi 22 anni, mettendo così sotto pressione la già precaria economia nigeriana. Nella mattinata di venerdì il gruppo ha comunicato via Twitter di aver fatto saltare in aria un pozzo petrolifero gestito dall’ENI nello stato di Bayelsa. Qualche ora dopo l’attentato al giacimento ENI, è stato colpito un altro stabilimento di estrazione del greggio, questa volta di proprietà della Shell Petroleum Development Company of Nigeria. Il terzo attacco è stato effettuato contro la linea di Tebidada Crude. Gli effetti di questa serie di assalti ha fatto crollare drasticamente l’estrazione di greggio, che da 2 milioni di barili al giorno è scesa a 800mila barili giornalieri, causa un danno inestimabile all’economia nigeriana, la quale si trova già in uno stato di forte crisi.
LA COREA DEL NORD SOSTIENE TRUMP ALLE ELEZIONI USA
La Corea del Nord sostiene il candidato repubblicano, Donald Trump, alle elezioni presidenziali statunitensi del prossimo novembre. Nella sua campagna elettorale, Trump aveva più volte espresso la volontà di incontrare il leader del governo di Pyongyang per discutere della questione legata alla politica nucleare, un atto rivoluzionario considerati i rapporti tesi tra le due potenze. Un giornale nordcoreano filogovernativo ha elogiato il repubblicano, in un articolo firmato da Han Yong Muk, definendolo «politico saggio che può liberare gli americani dalla paura quotidiana di un attacco nucleare della Corea del Nord». L’idea lanciata da Trump, inoltre, sul ritiro delle truppe statunitensi dalla Corea del Sud rappresenta sicuramente una prova di avvicinamento tra i due leader. Il giornale in questione ha anche attaccato la diretta rivale di Trump, Hillary Clinton, definendola «ottusa» a causa della sua proposta di applicare in Corea del Nord le stesse misure sanzionatorie applicate in passato verso l’Iran.
Hanno collaborato: Rosa Ciglio, Galileo Frustaci, Ludovico Maremonti, Andrea Palumbo, Valerio Santori