Una ricerca internazionale effettuata su un esopianeta gigantesco, WASP-96b, si è conclusa con il rilevamento di un’atmosfera ricca di sodio e completamente priva di nuvole.
Ma cos’è un esopianeta?
I pianeti extrasolari, o esopianeti, sono mondi orbitanti intorno a stelle situate ad anni luce di distanza. Ecco perché con le tecnologie attuali l’osservazione diretta di tali corpi celesti risulta ancora estremamente complicata. Degli oltre 3700 pianeti la gran parte è stata dunque scoperta tramite metodi d’osservazione indiretta: poiché in questo caso l’immagine del corpo celeste non compare direttamente sugli specchi del telescopio, l’eventuale presenza del pianeta extrasolare viene rilevata a partire dagli effetti indotti da quest’ultimo sulla stella intorno a cui orbita.
Ad esempio WASP-96b, che si trova all’interno della costellazione della Fenice a 980 anni luce di distanza dal sistema solare, è stato rilevato per la prima volta nel 2013 con il metodo del transito. Con questo sistema la presenza del pianeta viene dedotta dal lieve calo di luminosità che la stella subisce quando questo le passa davanti; misurando poi la durata del transito e la variazione di radiazione emessa risulta possibile stimare il periodo di rivoluzione e la massa del corpo celeste.
Se l’osservazione diretta del corpo planetario risulta assai complicata, lo studio della composizione atmosferica lo è inevitabilmente ancor di più. Il primo accertamento dell’esistenza di un’atmosfera intorno a un esopianeta risale al 2001, quando il telescopio spaziale Hubble rilevò la presenza di sodio nello spettro del gioviano caldo HD-209458b. Da allora i rilevamenti si sono susseguiti in modo sporadico, riguardando principalmente i giganti gassosi orbitanti più in prossimità della loro stella.
WASP-96b, il “saturniano caldo”
WASP-96b ha una massa paragonabile a quella di Saturno e una temperatura superficiale che si aggira intorno ai 1000 gradi. Per questo motivo, tale esopianeta è considerato dagli scienziati un “saturniano caldo”.
Ma come è stato possibile rilevare la presenza di un’atmosfera?
Il metodo più efficace è quello della spettroscopia: quando il pianeta transita, dal punto di vista dell’osservatore, davanti alla propria stella, è possibile osservare il modo in cui la luce emessa da quest’ultima viene deformata. In base alla presenza di un’atmosfera e alle sostanze di cui è composta lo spettro luminoso rilevato dai telescopi viene solcato da un’impronta unica e identificativa.
Com’era prevedibile in base alla natura gassosa di WASP-96b, le analisi della composizione atmosferica hanno rivelato la presenza di sodio. Ciò che ha stupito gli autori dello studio pubblicato su Nature è stata piuttosto la chiarezza cristallina con cui le linee del sodio si sono delineate lungo lo spettro luminoso: l’assenza di interferenze nello spettro, osservata qui per la prima volta, corrisponde all’assenza di nuvole nell’atmosfera dell’esopianeta.
La luce della stella sullo sfondo ha indirettamente restituito al potente telescopio dell’ESO (European Southern Observatory) l’immagine di un cielo completamente terso. Un paesaggio non facile da immaginare, appartenendo a un pianeta gassoso privo di una superficie ben definita e di conseguenza anche di un vero e proprio cielo. Ma grazie alle tecniche d’osservazione in costante ascesa e alla costruzione di nuovi e potenti telescopi (nel 2020 è previsto il lancio del James Webb Space Telescope, il successore di Hubble), è probabile che le particolarità di questo e altri pianeti diventino presto visibili direttamente.
Sebastiano Martorana