Dal 27 Novembre al 3 Dicembre si è svolto a Napoli il “City Film Festival”, il festival del cinema documentario e fotografico della città di Napoli. Per questa occasione è stata inaugurata, all’istituto francese Grenoble, una mostra fotografica in onore di Pier Luigi Pretti. Quest’ultimo, secondo la leggenda familiare, pare fosse il figlio illegittimo del re Luigi I del Portogallo, nacque in Francia nel 1868, studiò e si laureò in medicina a Berlino ed intraprese numerosi viaggi durante i quali si improvvisò fotografo per pura passione e piacere personale.

Visse a Napoli, abbastanza a lungo da innamorarsene e far sì che la città fosse la musa ispiratrice della gran parte delle sue fotografie, che sono state conservate per tutto questo tempo nell’abitazione che l’aveva accolto per anni nel capoluogo campano: casa Matania.

Il loro recente ritrovamento ha spinto i proprietari dell’abitazione a renderle pubbliche per mostrare i magnifici lavori di Pretti.

L’intenzione del fotografo era quella di rendere la fotografia più reale ed animata possibile e riuscì nel suo intento grazie alle fotografie stereoscopiche che offrono la possibilità della visione a rilievo dell’immagine, creata da un effetto ottico che prevede la sovrapposizione di due immagini dello stesso soggetto, sfalsate fra loro quanto basta per riprodurre la visione binoculare. Fra negativi e positivi, ne realizzò all’incirca quattromila.

Nell’800 l’apparecchio necessario utilizzato per apprezzare questo tipo di effetto era lo stereoscopio, oggi invece sono disponibili dei nuovissimi strumenti digitali, creati ed esportati dagli Stati Uniti: gli “Oculus rift”, schermi che si indossano sul viso per percepire la realtà virtuale.

Alla Mostra, grazie ad un software ideato dallo studio di ingegneria ed architettura olandese “Het Collectief” adatto per la lettura digitale di queste foto antiche, è stato possibile esporle al pubblico, esattamente come l’autore aveva intenzione che fossero viste, tramite l’apporto della terza dimensione che dona agli osservatori l’impressione di trovarsi faccia a faccia con i soggetti delle fotografie. Oggigiorno la visione in 3D di fotografie e film è cosa quotidiana ma è importante focalizzarsi su quanto difficile possa essere stato cento anni fa, senza le tecnologie avanzate del nostro presente, trovare il modo di rendere qualcosa di piatto e statico come la fotografia, così vivo ed animato.

Gli “Oculus” presenti nella Mostra permettono al pubblico di apprezzare una selezione delle foto di Pretti, scattate tra Napoli e Parigi. Queste due città sono state per il fotografo l’occasione per mostrare il perfetto ritratto della società del tempo, attraverso la storia, la natura, i miti e le tradizione di due popoli diversi culturalmente eppure molto simili.

Inoltre, in occasione della Mostra, si è deciso di aprire al pubblico casa Matania dove è ancora possibile percepire la stessa atmosfera vissuta dal Pretti, ma anche ammirare i suoi personalissimi strumenti, tra cui la macchina fotografica da lui utilizzata e la sua carta d’identità.

Daniela Diodato

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