Fa discutere l’editoriale scritto da Roberto Saviano su Repubblica, soprattutto quando l’argomento è la “Mafia Capitale” con la lunga lista di arresti e di indagati sia politici che non, e quando il soggetto del discorso dello scrittore napoletano è Giuliano Poletti, il Ministro del Lavoro del governo Renzi. Lui non è indagato, ma compare nella foto della famosa cena in un ristorante romano del 2010 insieme all’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ed alcuni personaggi protagonisti del “Mondo di Mezzo”.
Per Saviano il Ministro non deve dare delle spiegazioni “ai magistrati perché non è indagato” per il ruolo che occupa oggi nel Governo attuale, ma continua “Che ci faceva Poletti quando non era ancora ministro ma presidente della Legacoop nazionale ad una cena di ringraziamento” organizzata “dal presidente di un grande consorzio di cooperative legate alla Legacoop” il cui nome appare tra i 37 arrestati qualche giorno fa a Roma ? In quanto allora presidente della Legacoop, per Saviano, è vero che poteva non “conoscere il dna di tutte le cooperative, ma nemmeno di questo impero da 60 milioni di euro?”
E’ la risposta del Ministro Poletti sul Messaggero che ha spinto lo scrittore napoletano a chiedere chiarimenti. Nell’intervista infatti Poletti si difende dalle accuse e dai mille interrogativi “E’ sgradevole essere tirato ancora in ballo: allora ero il presidente della Lega delle cooperative e se fai il presidente della Coop o di Confindustria e della Confartigianato è ovvio che partecipi a tante iniziative e incontri tante persone” e definendosi sereno escludendo possibili implicazioni della sua persona nell’indagine continua “Se hai un ruolo pubblico, inevitabilmente partecipi a migliaia di incontri e di certo non puoi conoscere tutti quelli che aderiscono alla stessa iniziativa” ed ha garantito di non aver più visto o frequentato queste persone.
Per Saviano questa risposta non allontana dubbi e perplessità “non basta dire non potevo sapere, non c’ entro. Non si tratta di una semplice foto scattata ma di un rapporto continuativo durato anni.” Anche altre forze politiche hanno mostrato gli stessi interrogativi e posto le distanze dagli avvenimenti che si stanno susseguendo in questi giorni a Roma, come la Boldrini, che ieri ha chiesto di fare chiarezza, o le più fresche dichiarazioni nella la Conferenza stampa del Movimento 5 Stelle in Camapidoglio, nel quale gli esponenenti chiedono le dimissioni del Ministro Poletti attraverso le parole di Luigi Di Maio “Il comune di Roma va sciolto per infiltrazione mafiosa, il ministro Poletti sedeva al tavolo con quella gente e deve andare a casa”.
L’editoriale di Saviano si conclude con un interrogativo che si presenta come l’ultima parola di una Italia colpita dall’ ultima pugnalata: “Perché ?”
Claudia Cepollaro