È a Castelnuovo di Porto che, a quanto pare, si deciderà parte del risultato finale della partita: nel comune a 30 km dalla Capitale sta avvenendo, in queste ore, lo spoglio del voto degli italiani all’estero. In un bunker appositamente predisposto, 1483 seggi stanno svolgendo le operazioni di scrutinio delle schede elettorali che sono arrivate tra il 2 e il 3 dicembre grazie all’opera di 195 corrieri diplomatici da tutto il mondo.
Ed è proprio da qui che arrivano le ultime notizie roventi sul referendum. Il Comitato per il No denuncia, sulla propria pagina Facebook, il trattamento che è stato riservato ai propri rappresentanti, che avrebbero dovuto controllare la correttezza delle operazioni e che invece non sono riusciti ad accedere ai seggi per ben due ore: «I rappresentanti indicati dal No, infatti, non sono stati ammessi nei seggi perché non risultavano consegnate le relative designazioni. In realtà le designazioni erano state regolarmente fatte, ma, i nominativi erano finiti, guarda caso, nell’elenco dei rappresentanti del sì».
Nel frattempo, l’equivoco burocratico è stato risolto, ma resta il fatto che i rappresentanti del No sono entrati nei seggi a scrutini già iniziati. E a tal proposito il Comitato per il No aggiunge che la pratica sarebbe iniziata «in aperta violazione della legge».
Le reazioni sui social sono altrettanto infuocate, tanto più che nei giorni precedenti si era paventata la possibilità di brogli sul voto degli italiani all’estero: «Denunciateli tutti e, se necessario, chiedete alla magistratura di invalidare il referendum» o «Chiedete di scrutinare di nuovo le schede! C’è in ballo il futuro del paese».
Ma a protestare non è soltanto il Comitato per il No: anche il consigliere regionale pentastellato Davide Barillari e il “Gruppo Senatori per il No” hanno denunciato la stessa condizione, della cui legalità si chiedono spiegazioni.
Elisabetta Elia
@Photo credits: Massimo Percossi, ANSA