“Ci sono stati uomini che sono morti giovani
Ma consapevoli che le loro idee
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
Intatte e reali come piccoli miracoli…”

Così intona la nota canzone di Fabrizio Moro.

Vivere per 5 minuti di notorietà alla TV; oppure morire per lasciare un segno eterno? Il dubbio amletico si modernizza. Peppino Impastato, morto nel 9 Maggio del 1978 per mano di Cosa Nostra, non ha avuto dubbi: lasciare un segno indelebile ai posteri.

Vivere una vita da struzzo con la testa nascosta sarebbe stata una morte in vita, cosa che non s’addice a questi eroi, ossessionati dalla verità e dalla giustizia.“Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra di faide e di famiglie…”. Poeta, Giornalista ed Attivista, nato a Cinisi il 5 Gennaio del 1948 da una famiglia mafiosa esattamente 68 anni fa. Aderì al Partito socialista di Unità Proletaria (PSIUP) ed ha dato, è il caso di dirlo, la sua anima alla Resistenza. Perché la Resistenza non si è esaurita con la Liberazione Italiana: siamo oggi più liberi?

Celebre è la scena del Film “I Cento Passi” di Marco Tullio Giordana, film che riassume la vita di Peppino, nella quale il piccolo Impastato incontra il pittore comunista Stefano Venuti, al quale chiede: “E quello chi è ?” riferendosi ad un suo dipinto. La risposta: ” Quello, quello è il Compagno Majakovskij”. E da lì inizia la lotta alla Mafia, all’illegalità e all’ingiustizia dell’uomo Peppino Impastato. Non servono altri aggettivi per connotarlo, se non quello di uomo. Essere uomini significa anche semplicemente ricordarsene. Non dimenticarsi del nostro impegno sulla terra. Il nostro impegno oggi è quello di ricordare.

images (1)

«Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!»

Così dice ardentemente in un’altra scena celeberrima il Peppino Impastato del film. La Mafia è una montagna di merda. Alla domanda se siamo più liberi o meno liberi, la risposta si trova in un’altra domanda. Perché mai ci siamo abituati a tutto questo? Perché non riusciamo a non accorgerci più di niente ?

Antonio Setola 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui