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WhatsHappening: il matrimonio omosessuale tra diritti negati e tutele

Edizione speciale di agosto 2017

Cari lettori, WhatsHappening vi saluta con un’ultima edizione dedicata allo stato della legalizzazione del matrimonio omosessuale nel mondo: dalla lontana Cina sino alla vicina Turchia, questo diritto è riconosciuto?

È possibile premettere che il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la variante data dalle unioni civili sono realtà ancora negate in diversi Stati del globo. Inoltre, l’assenza del riconoscimento del matrimonio omosessuale è talvolta la punta di un iceberg repressivo e discriminatorio nei confronti dell’omosessualità. Di seguito, WhatsHappening vi propone le indagini relative alle singole regioni:

ASIA PACIFICA

A maggio di quest’anno una sentenza storica impone al parlamento di Taiwan di rimuovere il divieto per gli omosessuali di contrarre matrimonio. È una realtà che viene salutata dagli attivisti dei Paesi dell’Asia pacifica come un passo importante per il riconoscimento dei pieni diritti per le comunità LGBTQI dell’area. La Cambogia e la Cina sembrano tra i più quotati per seguire l’esempio della piccola repubblica. In Cambogia, infatti, le forze politiche di opposizione hanno dichiarato l’intenzione di legiferare in materia in caso di vittoria alle prossime elezioni, mentre il partito al governo, nonostante non abbia la questione in agenda, ha espresso la sua disponibilità ad affrontarla qualora ci fosse una forte domanda della comunità. WhatsHappening matrimonio omosessualeIn Cina – dove già nel 2003 vi è stato un tentativo di legalizzare il matrimonio omosessuale fallito per mancanza di voti sufficienti a far passare il disegno di legge proposto in Parlamento – la vicinanza culturale con Taiwan fa ben sperare per la possibilità di “un contagio” che possa accelerare il riconoscimento dei diritti LGBTQI. Anche il Vietnam, uno dei Paesi asiatici più rispettosi dei diritti degli omosessuali, potrebbe presto seguire l’esempio di Taiwan. Ma non mancano tra i Paesi asiatici quelli che discriminano fortemente la comunità LGBTQI, tra cui ricordiamo l’Indonesia dove negli ultimi 18 mesi sono aumentati i raid della polizia e le discriminazioni nei confronti di tale comunità. Anche in Malesia e in Corea del Nord i diritti degli omosessuali non sono riconosciuti.

AFRICA SUBSAHARIANA

La situazione giuridica per le coppie omosessuali nell’area dell’Africa subsahariana non è delle migliori. L’unico Paese in cui il matrimonio omosessuale è legalmente riconosciuto è il Sudafrica, che si staglia come eccezione dell’intera area: qui nel 2006 è stato approvato il Civil Union Act ed esiste una legislazione a protezione della comunità LGBTQI. Al contrario, gli altri Paesi dell’area subsahariana presentano un quadro legislativo carente o negativo: in Paesi come il Madagascar, il Mozambico e il Gabon non esistono leggi specifiche al riguardo e la situazione è piuttosto incerta, mentre altri prevedono delle pene per le persone omosessuali ma non le applicano (Botswana, Namibia, Angola) e altri ancora addirittura la rendono illegale (Zambia, Zimbabwe) o la sanzionano con l’ergastolo (Tanzania, Uganda).WhatsHappening matrimonio omosessuale Particolarmente grave la situazione in Camerun, Uganda e Nigeria, dove le persone di orientamento omosessuale vengono spesso perseguitate dalle forze di pubblica sicurezza, esortate dagli stessi governi nazionali. In generale, nell’area subsahariana non esiste un clima favorevole alla protezione delle comunità LGBTQI e alla legalizzazione dei matrimoni fra coppie dello stesso sesso. Spesso questo si traduce però non soltanto nella persecuzione delle persone, ma anche nella difficoltà ad accedere ai servizi fondamentali. Ad esempio il Malawi, nonostante abbia formalmente accettato un’esortazione delle Nazioni Unite a proteggere con la legge le persone LGBTQI, non è poi intervenuto in senso pratico e non garantisce a tutti gli effetti lo stesso servizio sanitario a tutti i cittadini del suo Paese.

EUROPA

Su 28 Paesi membri dell’Unione Europea, 11 riconoscono il matrimonio egualitario e altri 11 hanno le unioni civili. Anche se attraverso il trattato di Amsterdam l’Unione Europea richiede ai suoi membri l’approvazione di leggi di tutela e regolamento dei diritti delle coppie omosessuali, sei di questi Paesi si trovano ancora sul fronte opposto: in Bulgaria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia, il matrimonio omosessuale è vietato dalla Costituzione e non è presente alcuna legislazione sulle coppie dello stesso sesso. I Paesi nordici sono, invece, l’avanguardia dei diritti civili del Vecchio Continente: i parlamenti di Paesi Bassi (2001 – primo Paese al mondo), Finlandia (2016), Svezia (2009), Norvegia (2008) e Danimarca (2012) hanno riconosciuto il matrimonio omosessuale senza dover passare l’onere a tribunali o alle Corti Costituzionali. WhatsHappening matrimonio omosessualeIn Svezia, la Chiesa ha approvato non solo il matrimonio civile ma anche quello religioso. Oltre al blocco scandinavo, sul fronte dei diritti troviamo Francia (2012), Regno Unito (2014), Spagna (2005), Portogallo (2010), Irlanda (2015), Lussemburgo (2014), Islanda (2010), Belgio (2003) e la Germania, che ha approvato il «matrimonio per tutti» lo scorso giugno con una votazione parlamentare. In altri Paesi, le coppie omosessuali possono ufficializzare la loro situazione in altri modi (unioni civili). Tra questi, troviamo la Grecia, la Svizzera, l’Austria, l’Ungheria e dallo scorso 2016 anche l’Italia, ultimo Paese tra i sei fondatori dell’Unione Europea a legiferare sulle coppie omosessuali. Anche la Croazia ha approvato una legge sulle unioni civili, ma per decisione di un referendum popolare ha voluto sancire costituzionalmente di attribuire il termine “matrimonio” esclusivamente alle unioni uomo-donna. Ad una visione generale, dunque, partendo da nord-ovest, dove il circolo virtuoso dei diritti civili tocca livelli avanzati, procedendo verso l’est Europa si incontra una progressiva tendenza reazionaria, fino ad arrivare alla Russia, dove le coppie LGBTQI, non solo non possono usufruire di alcuna ufficializzazione, ma sono vittime di violenza e discriminazione.

AMERICHE

Negli Stati Uniti una sentenza della Corte Suprema del 26 giugno 2015 ha definito le leggi anti-matrimonio omosessuale in contrasto con il XIV Emendamento della Costituzione. Da allora ogni Stato d’America ammette le nozze tra persone dello stesso, nonostante le iniziali resistenze locali. Il Kansas è stato l’ultimo Stato ad adeguarsi, mentre nel solo Alabama resiste una legge dei tempi della schiavitù che permette a delle piccole contee di esimersi dalle celebrazioni. La situazione in America Latina è più che mai variegata: in ogni Paese la legislazione cambia molto e i matrimoni tra persone dello stesso sesso vengono legalmente celebrati o addirittura perseguiti a seconda dei casi.WhatsHappening matrimonio omosessuale La Guyana è l’unico Stato a reputare illegale il commettere atti di sodomia, e le pene per questo reato vanno dai due anni di reclusione all’ergastolo, a seconda che l’atto sia stato solo tentato o effettivamente compiuto (in privato o in pubblico). Per il resto una serie di Stati, come Perù e Venezuela, non discrimina le persone omosessuali ma non ammette la celebrazione di matrimoni tra persone dello stesso sesso. I Paesi che permettono invece le nozze omosessuali e le cui leggi vietano la discriminazione sono Uruguay, Argentina, Brasile e Colombia – in questi quattro Stati è anche legalizzata l’adozione, e non solo dei figli del proprio partner.

MEDIO ORIENTE

Affermare che il matrimonio omosessuale sia mera utopia in Medio Oriente non rappresenta un giudizio ingiusto nei riguardi di questa regione del globo. Difatti, non solo gran parte dei Paesi non riconosce il diritto di regolamentare attraverso un istituto giuridico una relazione omosessuale, ma l’omosessualità stessa è ostracizzata, punita e fonte di discriminazione. Particolare rilevanza assume in questo ambito lo stretto legame che intercorre tra la religione e l’apparato giuridico ed etico verso cui è orientato il singolo Stato – ad esempio, la dedotta contrarietà dell’islam nei riguardi dei rapporti omosessuali ha prodotto in alcuni Stati l’assenza di tutela, la visione dell’omosessualità quale malattia e la discriminazione. WhatsHappening matrimonio omosessualeIn questo contesto repressivo il solo scorcio è dato da Israele, che riconosce i matrimoni omosessuali contratti all’estero e conduce una politica non repressiva e anti-discriminatoria altrimenti inedita in Medio Oriente. Tale crisi del riconoscimento dei diritti umani e civili senza discriminazione alcuna risulta evidente dalla mappa edita dall’ILGA (International Lesbian and Gay Association), dove il solo tasso elevato nel territorio mediorientale è quello della criminalizzazione dell’omosessualità, spesso punita con pene pecuniarie e con la reclusione – vi sono poi taluni Stati, come l’Arabia Saudita, l’Iran e lo Yemen, che disciplinano finanche la pena di morte. Tra le realtà ad oggi più discusse in materia di tutela dei diritti vi è la Turchia, aspirante Stato membro dell’UE, dove non vige alcuna regolamentazione atta a contrastare la discriminazione, tuttavia l’omosessualità è considerata legale e dunque non perseguibile.

Hanno collaborato: Rosa Ciglio, Elisabetta Elia, Marcella Esposito, Valerio Santori, Rosa Uliassi

Edizione speciale di luglio 2017

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