La sesta giornata di Serie A è il momento di Juventus-Roma, primo big match tra le principali candidate allo scudetto.

Sei giornate sono poche per parlare di match scudetto, ma in un campionato nel quale Juve e Roma sanno solo vincere anche uno scontro diretto giocato ad ottobre può essere decisivo per la vittoria finale. Le squadre si presentano allo Juventus Stadium con stati d’animo differenti ed importanti assenze: tra i giallorossi fuori Cole e De Sanctis, tra i bianconeri Barzagli resterà fuori almeno un altro mese, mentre Vidal non al top lascia spazio al rientarnte Pirlo. La partita mostra sin dall’inizio quale sarà il canovaccio dei 90 minuti: la Juve palleggia cercando gli spazi giusti per affondare e la Roma aspetta l’errore altrui per puntare sulla velocità di Gervinho e Iturbe. La partita è combattuta, ma fila tutto liscio anche quando Marchisio (12’) reclama un rigore per contatto con Holebas, sul quale l’arbitro Rocchi lascia correre.

L’incontro diventa teso dal minuto 25 in poi, quando su una punizione di Pirlo l’arbitro fischia inizialmente una seconda punizione per fallo di mani di Maicon, schierato in barriera, per poi assegnare il rigore su suggerimento degli assistenti arbitrali: le immagini non sono chiare né sul tocco di Maicon né sulla sua posizione rispetto all’area di rigore, perché la barriera è ampiamente dentro l’area ma Maicon avanza di molto al momento del tiro. Cartellino giallo per il brasiliano, Garcia viene espulso per proteste, sul dischetto si presenta Tevez (26’) che segna e sblocca il risultato. Due minuti più tardi Rocchi assegna una punizione alla Roma per un fallo inesistente di Chiellini su Nainggolan, sulla palla si presenta Pjanic che crossa al centro. In area, a palla lontana, Lichtsteiner e Totti si abbracciano a vicenda, col capitano giallorosso che cade e tira con sé l’avversario, senza protestare: per Rocchi anche questo è rigore, Lichtsteiner è ammonito ed il Pupone (28’) segna il primo gol subito dalla Juve in campionato. La Roma sul finire del primo tempo trova il raddoppio con Iturbe (44’), bravo a sfruttare il bellissimo assist di Gervinho, ma il vantaggio dura poco: a recupero scaduto Pjanic tocca Pogba che si lascia cadere al limite dell’area, ed è ancora rigore e doppietta personale per Tevez (46’). Si chiude così un primo tempo segnato da 3 rigori, 3 gialli per parte ed un match condizionato negativamente dal pessimo arbitraggio di Rocchi.

Il secondo tempo è più tranquillo, con la Juve a gestire il gioco e la Roma a riscattare un primo tempo nel quale, gol di Iturbe a parte, non si era davvero mai affacciata nell’area avversaria. Le sostituzioni (Florenzi per Iturbe e Destro per Totti) però non sortiscono l’effetto sperato e la Roma, seppur più vivace rispetto alla prima frazione di gioco, non si rende mai pericolosa. La Juve colpisce una traversa con Morata (85’) e poco dopo si porta in vantaggio con un gran tiro al volo di Bonucci (87’), che supera Skorupski segnando il 3-2 finale. Dubbi sulla posizione di Vidal, in fuorigioco davanti al portiere ma in posizione leggermente defilata, valutata quindi come passiva dal guardalinee e dal giudice di porta.  La partita torna ad accendersi e Manolas arriva quasi alle mani con Morata, entrato duramente sul difensore greco: Rocchi espelle entrambi. Succede poco altro: la Roma è stanca, la Juve gestisce il vantaggio e guadagna 3 punti di vantaggio sulla rivale, dopo un match che sarà l’ennesima tappa nel percorso delle infinite polemiche del calcio italiano.

Una partita che per quanto visto in campo, la Juve ha meritato di vincere: ha giocato meglio ed è andata più volte vicina al gol con Tevez, sul quale Keita e Holebas hanno fatto muro davanti alla porta di Skorupski, e con Morata che ha colpito la traversa con un bellissimo colpo di testa. Troppo coperta la Roma, schiacciata nella propria metà campo: c’è ancora un po’ di strada da fare per colmare il gap dai bianconeri, ma il percorso è quello giusto e Garcia sta facendo un ottimo lavoro. Resta però l’amarezza nel vedere il big match di Serie A così condizionato da un arbitraggio da lega dilettantistica e dalla continua ricerca della polemica che contraddistingue il calcio italiano, rendendolo diverso – e per molti versi peggiore – dei campionati esteri nei quali il calcio è vissuto come una festa, un divertimento e un momento di sport.

Simone Esposito

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