L’antica città di Palmira, ancora una volta, è stata nel mirino dell’ISIS: l’Arco di Trionfo è stato distrutto.
A dare la notizia dell’esplosione è stato Maamoun Abdulkarim, sovrintendente alle antichità siriane. Quest’ultimo, in merito all’accaduto, ha lanciato un appello:
“Siamo di fronte a una distruzione metodica della città. La vogliono radere al suolo completamente. Sappiamo che l’Isis ha minato altri momumenti. Vogliono distruggere l’anfiteatro e il colonnato. Ormai abbiamo paura per tutta la città antica. La comunità internazionale deve agire per salvare Palmira”.
Khaled Al Homsi, archeologo ed attivista dei diritti umani, ha pubblicato una foto su Twitter dell’Arco di Trionfo prima che fosse distrutto. Quest’ultimo ha indicato, attraverso dei cerchi rossi, le parti dell’Arco ormai non più esistenti.
#Palmyra the Section that was destroyed from the Arc de Triomphe, by #ISIS pic.twitter.com/RDKEui4NYo
— Khaled AL Homsi (@PalmyraPioneer) October 4, 2015
La distruzione iconoclasta ha avuto inizio il 19 agosto, data in cui Khaled Asaad, capo del sito archeologico di Palmira, fu decapitato e appeso ad una colonna. L’uomo, in precedenza, era stato fatto prigioniero per un mese e sottoposto a continui interrogatori da parte dei militanti dell’ISIS. In seguito, il 23 agosto è stato distrutto il tempio Ball Amish ed il 30 dello stesso mese è stato distrutto il tempio di Bell, icona dell’antica città. Un’ulteriore barbarie dell’ISIS è avvenuta il 5 settembre: furono rase al suolo le tombe e la torre di epoca romana.
Dietro questi atti, secondo alcuni studiosi, si nasconde un traffico di opere d’arte con cui l’ISIS potrebbe finanziarsi. Per questo motivo, l’Università di Oxford ha introdotto la mappatura fotografica in 3D con droni dotati di Gps per fotografare ogni singolo pezzo. Sono due gli obiettivi di questo metodo: il primo è di poter ricostruire fedelmente ciò che è stato distrutto; il secondo è creare un database per evitare che i reperti trafugati vengano venduti.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una barbarie provocata dall’ISIS. L’intento di quest’ultimo è di distruggere la memoria storica dei paesi occupati e, dunque, non solo di radere al suolo l’intera città di Palmira.
Ilaria Cozzolino