“La menzogna diventa verità e passa alla storia”
(G. Orwell, 1984)
Guy Fawkes: chi era costui?
Il protagonista di V for Vendetta, serie a fumetti di Alan Moore, V, è un anarchico mascherato da Guy Fawkes, esponente di spicco di un gruppo di potenziali attentatori che, il 5 novembre 1605, videro fallire il loro tentativo di uccidere re Giacomo I, la cosiddetta “congiura delle polveri”. La mascherina di Guy Fawkes, resa popolare dal film, più che dal fumetto, è ripetutamente indossata, da diversi anni a questa parte, in diverse manifestazioni antigovernative in tutto il mondo. Guy Fawkes è quindi diventato la nuova icona degli anarchici, sostituendo Sid Vicious. C’è però un problema: Guy Fawkes, quello vero, era un conservatore cattolico. La congiura delle polveri, in realtà, era orchestrata da uomini che potremmo addirittura definire reazionari, poiché volevano il ritorno alla professione cattolica in Inghilterra, ormai soppiantata dall’Anglicanesimo che, sempre di più, assumeva connotati protestanti.
Perché questa trasformazione? Perché un reazionario diventa il simbolo dell’anarchismo? La ragione verrà spiegata in questo articolo. C’è da ammettere preliminarmente una cosa: da sempre l’informazione è stata legata al potere e, quindi, da sempre è esistita la propaganda, che ha utilizzato ogni mezzo possibile per poter trasmettere il messaggio desiderato. Quando sentiamo parlare di propaganda la nostra mente immagina i mezzi di comunicazione contemporanei, come radio e Tv, e piattaforme statali totalitarie, come l’Italia fascista, la Germania nazista o il mondo distopico di 1984.
I mille volti di Carlo Magno
Ma sono sempre esistiti strumenti efficaci per fare propaganda di massa. Uno di questi, sembra assurdo a dirsi, è il romanzo. Marc Bloch, probabilmente il più grande storico di sempre, ha asserito nel suo “La società feudale” che l’epica francese medievale, in pratica il ciclo di Chanson de Geste, con al centro Orlando, veniva utilizzato dalla dinastia regia capetingia per rafforzare il suo potere.
In che modo? Veicolando in tali opere idee pro-monarchia. Invece di utilizzare l’escamotage di Virgilio, che, nell’Eneide, faceva propaganda pro-Augusto facendo incontrare ciò che potremmo definire lo spirito di quest’ultimo con Enea nel regno dei morti, gli scrittori filocapetingi decidono di esaltare l’antenato ideale dei Capetingi: Carlo Magno.
In pratica la figura di Carlo veniva trasfigurata, acquisendo determinati connotati a seconda dei desideri dello scrivente: Carlo veniva quindi raffigurato, nelle opere filo capetingie, come il re ideale, in modo che la legittimazione dei suoi discendenti ideali, tramite il collegamento con Carlo Magno, ne venisse rafforzata.
Questo è soltanto un esempio: la figura di Carlo Magno venne trasfigurata ad uso e consumo di, praticamente, chiunque. Abbiamo quindi, nel corso della storia, un Carlo Magno umanista, assolutista, filo napoleonico, francese, tedesco, inglese, addirittura pro-Rivoluzione francese e pro-Nazismo. Si sfruttavano solo alcune caratteristiche del Carlo Magno storico, che venivano amplificate tramite un processo di mitizzazione.
La mitizzazione della realtà
Eccoci arrivati al punto. Da sempre personaggi storici, quindi realmente esistiti, vengono mitizzati, acquisendo un’aura di sacralità, come se fossero dei personaggi oltre-umani. Si tratta di un fenomeno diverso rispetto al culto della personalità: nel caso del culto, infatti, si esalta un personaggio storico vivente; caso diverso, invece, è la trasfigurazione di personaggi ormai defunti, lontani cronologicamente e, per tale motivo, plasmabili.
Personaggi come Carlo Magno o Guy Fawkes perdono i loro connotati reali acquisendone di nuovi. Per tale ragione Guy Fawkes diventa il simbolo dell’anarchia e Carlo Magno il modello di sovrano della rivoluzione francese.
E si tratta solo di esempi! Un altro caso interessante riguarda la Francia di fine XIX secolo: nel dibattito fra repubblicani e monarchici i primi utilizzavano, come modelli ideali, Bruto e Cassio, i cesaricidi. Essendo uccisori del dittatore Cesare, a favore della repubblica, diventavano, agli occhi dei francesi, difensori della libertà e del potere del popolo e, quindi, oppositori della monarchia. Bruto e Cassio volevano tutto fuorchè una repubblica sullo stampo francese, ma nella propaganda repubblicana le loro personalità furono stravolte.
Per comprendere al meglio la realtà bisogna tener conto di ciò. La storia è stata da sempre sfruttata a miti propagandistici, con mitizzazioni e trasfigurazioni che non stanno né in cielo né in terra. E non si tratta di casi isolati: la stessa politica italiana mitizza personaggi del passato stravolgendoli (come i Borbone per il movimento neoborbonico) o si rivolge a personaggi inventati di sana pianta (come Alberto da Giussano per la Lega Nord).
I miti ci spiegano la realtà, a volte, più della realtà stessa, come ci insegna l’antropologia storica. Essi infatti rappresentano i modelli ideali che gli uomini seguono nel loro agire. Ma tutti noi dobbiamo tenere gli occhi ben aperti per comprendere che, dietro i miti, c’è sempre una trasfigurazione storica, creata ad hoc per fini propagandistici.
Perché, come dice Orwell in 1984, “Chi controlla il passato controlla il futuro”
Davide Esposito