In anni dove il problema dell’immigrazione, clandestina e non, si fa sentire più che mai e dove le vittorie, o quantomeno il rafforzamento, dei movimenti di destra possono giustificare atti di xenofobia o razzismo, è stata una scelta importante quella dei senatori Amati (PD) e Malan (Forza Italia), che hanno proposto l’introduzione del reato di negazionismo.

Inizialmente doveva essere un reato a sé stante, ma in Commissione Giustizia, presieduta da Francesco Nitto Palma di Forza Italia, è stato trasformato in aggravante alle fattispecie di reato introdotte dalla legge 654 del 1975, detta Legge Reale, in materia di eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, così da salvaguardare la libertà di espressione ed evitare di limitare la ricerca storica.

Per chi si domanda cosa vada inteso con il termine negazionismo, Wikipedia spiega che «Il negazionismo (di un evento storico come un genocidio o una pulizia etnica o un crimine contro l’umanità) è una corrente pseudostorica e pseudoscientifica del revisionismo che consiste in un atteggiamento storico-politico che, utilizzando a fini ideologici-politici modalità di negazione di fenomeni storici accertati, nega contro ogni evidenza il fatto storico stesso. Spesso i negazionisti non accettano tale etichetta e in taluni casi accusano la storiografia che essi stessi negano: così ad esempio chi nega l’Olocausto cerca di essere accreditato come revisionista».

La legge, che ingloba il reato di negazionismo, prevede comunque un’aggravante di pena di tre anni nel caso di pubblica istigazione o propaganda a favore della discriminazione razziale, in caso di negazione della Shoah e altri crimini contro l’umanità.

La battaglia della senatrice Democratica e del senatore di Forza Italia è quindi passata in Senato con 234 voti favorevoli, 8 astenuti e 3 contrari lo scorso 11 febbraio, ma il ddl è arrivato alla Camera solo il 13 ottobre, dov’è passato con 340 voti favorevoli, 1 contrario e 107 astenuti, ma con ulteriori modifiche, il che significa che dovrà tornare al Senato per l’approvazione finale.

Com’era prevedibile, il ddl contro il negazionismo ha ottenuto il plauso delle associazione ebraiche in Italia, come l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il cui presidente Renzo Gattegna ha così commentato in una nota: «Si scrive una pagina importante nella storia del nostro Paese. Un provvedimento che costituisce un baluardo per la difesa della libertà di tutti, mirato a colpire i falsari che tentano di negare la Shoah, di offenderne le vittime e di colpire chi difende il valore universale della Memoria. La norma è il frutto di una lunga collaborazione tra le istituzioni e le Comunità ebraiche e porterà all’attuazione anche in Italia della Decisione quadro europea 2008/913/GAI, che obbliga gli Stati membri a combattere e a sanzionare penalmente certe forme ed espressioni di razzismo, xenofobia e dell’istigazione all’odio».

Federico Rossi

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