Spettacolo doveva essere e spettacolo è stato. Houston la spunta su Oklahoma di due sole lunghezze dopo un finale concitato. Il risultato, però, è semplice paesaggio. In primo piano ci sono solo loro: Russell Westbrook e James Harden. 49 punti per il primo, quasi una tripla doppia per il secondo (26 punti, 8 rimbalzi e 12 rimbalzi). Un’altra, l’ennesima prestazione straordinaria per entrambi, che conferma la loro corsa solitaria verso il titolo di MVP.
Nonostante siano finiti addirittura a -18 nel terzo quarto, Oklahoma non si è arresa. Non è nel suo carattere. Non è nel carattere dell’uomo che li guida. “[Westbrook] È un problema. Non si arrende mai”, ha dichiarato Harden a fine gara. I Thunder sono riusciti a rimontare sino al 116-116 a 1’48” alla fine. Da lì in poi, 8 tiri da parte di entrambe le squadre ed altrettanti errori. Ci sono voluti due liberi di Nene a 0’07” per permettere ai tifosi di Houston di tirare un sospiro di sollievo.
Sesta vittoria consecutiva per i Rockets che consolidano così la terza posizione nella Western Conference, un risultato che nessuno avrebbe mai immaginato a inizio stagione.
Per i Thunder, invece, arriva la terza sconfitta di fila. “La rimonta dice molto di noi”, ha dichiarato Oladipo. “Dobbiamo solo tenere a mente le cose buone che abbiamo fatto per la prossima partita e continuare a migliorare”. Di cose buone, in effetti, ne ha mostrate OKC. Soprattutto la difesa, che ha concesso solo 18 punti nel pitturato negli ultimi 24 minuti e 0 punti in contropiede. Numeri notevoli, considerando che di fronte aveva la squadra che è tra le migliori cinque della Lega in entrambe le statistiche.
Offensivamente, le cose non vanno altrettanto bene. I Thunder sono solo e soltanto Westbrook. Il che non è assolutamente una novità di questa stagione, anche nelle scorse erano lui e Durant a gestire la quasi totalità dei possessi e dei tiri. E dai numeri di Russell si denota comunque il suo feeling con la retina: è nettamente il miglior realizzatore della Lega. Il problema sorge quando nei minuti finali, quando la stanchezza si fa sentire, le difese si chiudono e l’unico schema è: dare-palla-a-Wes.
Sia su Houston che su OKC arriveranno degli approfondimenti specifici nei prossimi giorni. Stay tuned.
Michele Di Mauro