Varoufakis, ministro delle Finanze greco, e Wolfgang Schäuble, ministro delle Finanze tedesco, mantengono posizioni attualmente inconciliabili, emerse durante l’incontro all’indomani della decisione della BCE di rimuovere la deroga che concedeva alle banche greche la possibilità di approvvigionarsi di liquidità fornendo come garanzia titoli di Stato.
Schäuble spiega che «la Germania rispetta l’esito delle ultime votazioni in Grecia», e che ora si rende necessario un accordo con il Paese ellenico «per tutta l’Europa».
«Possiamo certamente – ha aggiunto – aiutare Atene a trovare più tempo, ma le cause del problema risiedono in Grecia e devono essere rimosse» in quanto, secondo il ministro tedesco, la Grecia deve affrontare i propri problemi «con le tre istituzioni con cui ha affrontato il programma: la BCE, la Commissione UE e il FMI (Fondo Monetario Internazionale, ndr)». In quanto ad alcune misure prese dal nuovo governo ellenico, Schäuble ritiene che queste non vadano “nella direzione giusta”.
Varoufakis, invece, specifica che «La Grecia resta un paese dell’area euro», ma Atene «ha bisogno del supporto politico, tecnico e morale dei suoi partners europei». «Alla Grecia – ha continuato – occorre la Germania, che si è trovata nel passato nella sua stessa situazione, cioè umiliata dagli altri Paesi e in una pesante depressione, quella che il secolo scorso ha portato all’ascesa del nazismo. Il terzo partito del Parlamento greco (Alba Dorata, ndr) è il partito nazista».
Per quanto riguarda il debito, Varoufakis precisa che nell’incontro con il collega tedesco “non si è parlato di un taglio o di un allungamento del debito”. La Grecia chiede che le venga concesso del tempo, e non un ultimatum: «L’unica cosa che chiediamo è di non venir messi sotto pressione con un ultimatum. Dateci tempo fino alla fine di maggio o l’inizio dell’estate per poter mettere sul tavolo le nostre proposte di soluzione».
«Credo, che di tutti i Paesi europei, la Germania sia quello che meglio possa capire questo: quando si scoraggia troppo a lungo una nazione orgogliosa e la si espone a trattative e preoccupazioni di una crisi del debito deflattiva, senza luce alla fine del tunnel, questa nazione prima o poi fermenta» aggiunge Varoufakis, con un altro riferimento al passato della Germania.
Le parole del ministro greco, se da un lato sollecitano la ricerca di una soluzione, dall’altro hanno marcato ulteriormente le distanze da Berlino.
Emblematiche sono anche le azioni della Bce: ha tolto alla Grecia la possibilità di ottenere liquidità dando titoli di stato in garanzia – anche alla luce del fatto che il governo greco si opponga alla prosecuzione del piano di salvataggio della troika -, ed ha avviato il meccanismo dell’Emergency liquidity assistance (ELA), mettendo a disposizione fino a 59,5 miliardi di euro di prestiti di emergenza alle banche greche. La liquidità fornita con il meccanismo ELA non è gratuita: l’interesse è dell’1,55% contro un tasso dello 0,05% adottato dalla Bce per le operazioni di rifinanziamento. Da sottolineare che, in assenza di un accordo con la UE, la Grecia non potrà neppure beneficiare del Quantitative easing della Bce.
“Siamo stati d’accordo sul fatto che non siamo d’accordo”: l’affermazione di Schäuble, infine, rappresenta un efficace sintesi dell’incontro tra i due ministri.
Morena Grasso