Apollineo e Dionisiaco è la contrapposizione culturale per eccellenza e quella che ispirò il filosofo del nichilismo nelle sue opere giovanili: da un lato l’equilibrio armonico fra le parti, dall’altro il caos e l’infrazione. Giorgio De Chirico (Volo, 10 luglio 1888 – Roma, 20 novembre 1978) eccellente pittore e scrittore italiano, è l’artista che meglio ha incarnato questa contrapposizione. Le sue opere, infatti, sono la mise en scene di tutto ciò che sfugge alla realtà empirica e agli elementi dell’esperienza sensibile.

Apollo, dio della luce e della razionalità, e Dionisio, signore del vino e dell’ebrezza – nelle opere di De Chirico – sono rappresentati dal connubio tra: richiamo alla classicità, simbolo di autentica fedeltà alla tradizione, e continuo rimando a temi metafisici.

La classicità entra prepotentemente nei quadri di De Chirico. Essa è rappresentata dalle architetture equilibrate e dalla presenza, quasi costante, di statue di marmo bianche, simbolo indiscusso della ricerca di equilibrio e perfezione tipica del classicismo. Una ricerca che, però, appare vana: infatti, quella stessa classicità è continuamente inserita in rappresentazioni dal sapore ambiguo, contenenti ambientazioni irrazionali e atmosfere surreali in cui il tempo appare sospeso.

Giorgio De Chirico  – e l’ambivalenza della sua produzione artistica – sarà in mostra il 18 e 19 Febbraio dalle 18:00 nella Chiesa dei Santi Apostoli di Nola. L’evento è organizzato e promosso dall’Assessorato alla Cultura, all’Istruzione, al Decoro e Arredo Urbano del Comune di Nola. L’ingresso è gratuito e sarà possibile ammirare l’esposizione di 30 opere tra oli su tela, disegni e incisioni tutte autenticate e provenienti da collezioni private.

“La composizione del quadro apparve al mio spirito; ed ogni volta che guardo questo quadro rivive quel momento. Momento che tuttavia è un enigma per me, perché è inesplicabile. Perciò mi piace chiamare enigma anche l’opera che ne deriva.”

(G.D. Chirico, manoscritto parigino, 1912).

Suania Acampa

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