Ieri, il 5 marzo nel quartiere di Materdei, nel cuore della città, si festeggiava un compleanno, quello del Ex Opg “Je so pazzo”.

L’Ex Opg “Je so pazzo” sorge nel centro di Napoli, per anni è stato un luogo di reclusione, un luogo di libertà negata dove forse le parole non bastano a descrivere lo straziante mondo in cui i detenuti vivevano la loro quotidianità. La struttura nel 2008 venne chiusa e cadde in disuso, fino ad un anno fa. Dopo anni di abbandono una mattina i cittadini di Materdei guardando quella immensa struttura ormai abbandonata a se stessa videro qualcosa che forse mai si sarebbero aspettati, L’Ex Opg era stato occupato.

Inizialmente c’era scettissimo. Il quartiere non conosceva chi era entrato nella struttura, tanti pensavano che sarebbe durato poco, si aspettava che la polizia penitenziaria responsabile della struttura intervenisse per lo sgombero. Poco dopo l’occupazione arrivò la firma del giudice che dava l’ordine per sgomberare la struttura, per restituirla all’abbandono a cui ormai tutti erano abituati da anni. Ma non andò cosi, i ragazzi che avevano occupato non si arresero agli ostacoli che incombevano, l’Ex Opg che ancora conteneva gli affetti personali dei detenuti iniziò ad essere ripulito, ristrutturato ed accessibile a tutti.

Dopo un anno da quella concitata fase iniziale dell’occupazione dello scetticismo iniziale resta solo un ricordo.  Dopo un anno è tutto ben chiaro, tutti nel quartiere e a Napoli conoscono l’anomalia che rappresenta quella struttura che da luogo di detenzione ed oppressione è diventato un posto in cui tutti possono sentirsi a casa, un luogo ridato alla cittadinanza che attivamente lo frequenta per lo sportello medico polare, i corsi di calcetto per i bambini, il dopo scuola, il teatro, le aule studio e le innumerevoli attività gratuite che vengono offerta da cittadini per altri cittadini.

Il risultato di tutto il duro lavoro che negli ultimi 12 mesi è stato fatto si è manifestato ieri quando quasi duemila persone hanno visitato il “Je so pazzo” con curiosità per chi ci entrava per la prima volta e affetto per chi ormai è fortemente legato al Ex-Opg e a chi quotidianamente si mette a disposizione per rendere tutto ciò possibile. Dopo un anno l’auspicio è che questo sia solo un punto di partenza e non di arrivo, un esempio positivo ed un’esperienza da provare a ripetere in altri posti che potrebbero essere sottratti all’abbandono e restituiti alla collettività come è  accaduto per l’Opg a cui vanno fatti sinceri auguri per l’anno trascorso e per quelli avvenire.