Green torna decisivo e porta gli Warriors sul 2-0. Cleveland con tanti problemi da affrontare a livello offensivo e difensivo. Infortunio per Love.

No mercy. Nessuna pietà. Erano le parole di un Kobe Bryant versione 2009 durante gara-6 delle Finali della Western Conference a Denver. Moltiplichiamo adesso questo concetto di spietatezza per tutti i giocatori di Golden State e avremo il risultato esatto di gara-2 di stanotte. 48 punti di scarto nelle prime due partite delle Finals rappresentano un record, un ulteriore record bissato dai ragazzi di Steve Kerr. Green torna ad essere il giocatore da primo quintetto NBA che abbiamo visto per tutta la stagione, trascinando la squadra canestro dopo canestro. LeBron, che arrivava da nove vittorie consecutive in gara-2 dopo aver perso la prima, dovrà fare di tutto giovedì notte per tenere i suoi ancora nella serie. A far piovere sul bagnato ci pensa un nuovo infortunio a Kevin Love (commozione cerebrale), che sicuramente non sarà della partita.

GREEN’S BACK – Dopo tutte le polemiche per la vicenda Adams e una serie di partite non da Green, il numero 23 torna ad essere l’uomo che decide: 28 punti, 7 rimbalzi e 5 assist. E ha deciso di farlo questa notte, perché Cleveland lo ha sfidato più volte al tiro dietro l’arco, sottovalutando la sua minaccia. E per uno che si ricorda tutti i 34 nomi scelti prima di lui al draft, essere provocato rappresenta uno stimolo. Ad ogni tripla segnata, si è girato verso l’avversario di turno che (non) lo marcava con un’espressione simile a quella dell’uomo con cui abbiamo aperto sopra. Questo è accaduto per le prime quattro giocate da fuori, perché per la quinta ha riservato un qualcosa che di solito vediamo fare agli Splash Brothers: la reazione della panchina dice tutto.
giu-06-2016 17-12-34“Il coach ha detto che questa sarebbe stata una grande serie per me e che dovevo prendere dei tiri senza esitare, altrimenti avrei creato dei problemi alla squadra.” ha dichiarato il 23 degli Warriors a fine partita ai microfoni di Doris Burke. “Cerco di seguire il flusso della gara”. Con lui in campo (34 minuti), gli Warriors hanno avuto un plus/minus di +20.

HOUSTON, ABBIAMO UN PROBLEMA – Partiamo da un concetto molto semplice: Golden State è la squadra migliore della Lega al momento. Al di là di come andrà questa serie. Detto ciò, cosa può essere successo ai Cavs in queste due gare-2? La squadra che abbiamo visto vincere la Eastern Conference non sembra essere più la stessa. I numeri ci dicono che sono peggiorati in tutte le statistiche e che, soprattutto, abbiano avuto un crollo difensivo importante rispetto alla precedente serie contro i Raptors, l’unica che possiamo prendere davvero in esame poiché le prime due sono state vinte passeggiando: il Difensive Rating è passato da 97.9 punti concessi a 115.2 e il Net Rating ha avuto un crollo di 46,5 punti. Dati allarmanti, in particolar modo se giochi contro una squadra che ti azzanna alla giugulare non appena le concedi un metro. Possiamo dire, però, che questi risultati siano inaspettati? Se analizziamo i precedenti però, possiamo notare che gli Warriors  hanno vinto gli ultimi 7 incontri con uno scarto medio di 18,5 punti. E, soprattutto, le statistiche nelle ultime 5 gare di Finals (2 di quest’anno, 3 dello scorso) contro il quintetto piccolo degli Warriors (Curry, Thompson, Iguodala, Green, Barnes) dicono che praticamente non ci sia storia: 114.7 punti concessi ogni 100 possessi e soli 71,5 fatti ogni 100 possessi.

Le facce sconsolate dei Cavs nel quarto quarto di gara-2

DUNQUE? – Difficile dire cosa possa fare Cleveland per ribaltare questa situazione, sia perché non siamo dall’interno e dunque non conosciamo le condizioni in cui i giocatori sono disposti a giocare, sia perché sicuramente all’interno dello staff di Lue ci sono persone più preparate e preposte ad affrontare questo tipo di problemi, che lasciamo volentieri a loro. Soprattutto, ora che l’infortunio di Love si aggiunge alla lista dei problemi. A questo punto, l’indiziato principale per sostituirlo sarebbe Frye, voluto da James quest’inverno proprio per allargare il campo. Noi, però, rilanciamo la candidatura di Timofey Mozgov, protagonista delle scorse Finals e quasi fuori dalle rotazioni in questi playoff con soli 64 minuti di gioco. I Golden State Warriors hanno sofferto tre squadre in questi due anni: i Memphis Grizzlies l’anno scorso, i Cleveland Cavs delle prime 3 gare delle scorse Finals e gli Oklahoma City Thunder recentemente. In comune queste tre squadre hanno i due lunghi: Gasol e Randolph, Thompson e Mozgov, Roberson/Kanter e Adams. Insomma, dominare il pitturato e controllare i rimbalzi per contrapporsi al gioco veloce e ampio. Considerando che sappiamo che nelle Finals, di solito, è la squadra di casa che detta il ritmo partita, potrebbe essere una buona mossa quella di Lue di provare a giocarsela meglio internamente.

Michele Di Mauro

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