In mattinata il neo sindaco di Milano Giuseppe Sala è volato a Londra per incontrare nel pomeriggio sia i vertici dell’Eba, la European Banking Authority che quelli dell’Ema, la European Medicines Agency.
Entrambe le agenzie europee ora hanno sede a Canary Wharf, centro finanziario londinese, e danno impiego complessivamente a 750 persone. L’agenzia che si occupa del farmaco ha un budget di oltre 300 milioni e vi lavorano oltre 600 persone. Eba ha un budget inferiore e circa 150 impiegati. Dopo il referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea dovranno con molta probabilità trasferirsi altrove.
”L‘opportunità di un eventuale trasferimento di Eba e Ema a Milano c’è. Il mio scopo è capire se quest’opzione è solida o meno. Se è solida, sono il primo a fare la battaglia. A Londra incontrerò i vertici sia dell’Agenzia del farmaco che dell’Agenzia della Borsa e anche un po’ di rappresentanti del mondo finanziario e industriale.” ha dichiarato qualche giorno fa Sala ai microfoni.
In mattinata il sindaco milanese è stato ospitato in ambasciata dall’ambasciatore Pasquale Terracciano che l’ha fatto accomodare in un ufficio per mettere a punto l’agenda in vista degli incontri pomeridiani. Alle 15.00 si è tenuto il colloquio con il presidente dell’Eba Andrea Enria e alle 17.00 la visita all’Ema diretta da Guido Rasi. Sala ha concluso la sua giornata incontrando poi alcuni rappresentanti del mondo economico e finanziario in modo da capire la situazione che si è creata dopo la Brexit.
Entrambi i presidenti delle due Authority sono italiani così come molti dei dipendenti delle due istituzioni. Questo fattore, la posizione geografica, gli ottimi collegamenti e sistema di trasporti e la sua reputazione come capitale e centro finanziario d’Italia giocano a favore di Milano. Il capoluogo lombardo dovrà, però affrontare la concorrenza di altre città europee decise ad attrarre l’Eba e l’Ema tra cui Stoccolma, Amsterdam e Varsavia.
Sala ha agito con rapidità per trovarsi in prima linea e non farsi battere sul tempo. La questione non può, chiaramente, essere decisa solo da un sindaco. La pratica passerà infatti nelle mani del Governo, della Farnesina e del ministero dell’Economia che a loro volta dovranno aprire una trattativa con Bruxelles. Il percorso è stato appena intrapreso, la strada da fare è ancora lunga.
Vincenzo Nicoletti